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LOMBARDIA

Milano calibro 9: lo scambio
01:42
Milano calibro 9: lo scambio
L’apertura del film è sulla Torre Branca di Parco Sempione, ripresa in tutta la sua altezza da una carrellata che la inquadra dall’alto in basso. Lo stesso uomo lo si ritrova poco dopo davanti al Duomo, dove avverrà il primo scambio del pacchetto contenente i soldi. La ragazza coi soldi (Imelde Marani), intanto, scende in Galleria del Sagrato. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Milano calibro 9, film noir scritto e diretto da Fernando Di Leo, segue le vicende di Rocco Musco (Mario Adorf), uomo della malavita che, insieme al suo compare, si sta occupando di un carico di valuta clandestina in dollari da inviare a Milano. Ma la spedizione non fila liscia e durante il trasporto i soldi spariscono. Quando si accorgono dell’ammanco chiedono subito cosa sia accaduto a due dei corrieri incaricati della consegna, ma questi sono completamente ignari e, non sapendo cosa dire, vengono crudelmente ammazzati. Uno di loro, però, tale Ugo Piazza (Gastone Moschin), riesce a salvarsi perché in arresto per una rapina. Quando esce dalla prigione, ad aspettarlo c'è Rocco con i suoi uomini, mandati da un altro boss, l’Americano, per interrogarlo affinché gli riveli dove siano i soldi.L'uomo nega di essere coinvolto e, dopo essere stato picchiato brutalmente, va in questura denunciando che è stato investito e che ha perso i documenti. Il commissario (Frank Wolff), però, che gli vede i chiari segni di percosse, capisce che c'è qualcosa che non quadra nella sua versione e comincia a tampinarlo di domande, sospettando che sia proprio lui l'artefice del furto del denaro del boss. Così gli chiede di collaborare all’arresto de l’Americano, facendogli capire che è più al sicuro coi poliziotti che da solo in strada. Cosa deciderà di fare Ugo?
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Milano calibro 9: scorci caratteristici
02:07
Milano calibro 9: scorci caratteristici
Nei titoli di testa Di Leo piazza tutta una serie di scorci caratteristici della Milano dei Settanta, accompagnati dalle belle musiche di Bacalov e degli Osanna. Da panoramiche in semi notturna si passa ai Navigli (Alzaia Naviglio Grande, i ponti), alla Darsena, di nuovo al Duomo, alla stazione centrale, mentre nei paesaggi dall’alto a fare la parte del leone è il grattacielo Pirelli, uno dei non troppi simboli del capoluogo lombardo. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Milano calibro 9, film noir scritto e diretto da Fernando Di Leo, segue le vicende di Rocco Musco (Mario Adorf), uomo della malavita che, insieme al suo compare, si sta occupando di un carico di valuta clandestina in dollari da inviare a Milano. Ma la spedizione non fila liscia e durante il trasporto i soldi spariscono. Quando si accorgono dell’ammanco chiedono subito cosa sia accaduto a due dei corrieri incaricati della consegna, ma questi sono completamente ignari e, non sapendo cosa dire, vengono crudelmente ammazzati. Uno di loro, però, tale Ugo Piazza (Gastone Moschin), riesce a salvarsi perché in arresto per una rapina. Quando esce dalla prigione, ad aspettarlo c'è Rocco con i suoi uomini, mandati da un altro boss, l’Americano, per interrogarlo affinché gli riveli dove siano i soldi.L'uomo nega di essere coinvolto e, dopo essere stato picchiato brutalmente, va in questura denunciando che è stato investito e che ha perso i documenti. Il commissario (Frank Wolff), però, che gli vede i chiari segni di percosse, capisce che c'è qualcosa che non quadra nella sua versione e comincia a tampinarlo di domande, sospettando che sia proprio lui l'artefice del furto del denaro del boss. Così gli chiede di collaborare all’arresto de l’Americano, facendogli capire che è più al sicuro coi poliziotti che da solo in strada. Cosa deciderà di fare Ugo?
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Milano calibro 9: uscita dal carcere
01:51
Milano calibro 9: uscita dal carcere
Ugo Piazza (Gastone Moschin) mentre esce dal carcere di San Vittore di Milano. Alla caduta del fascismo, il 25 luglio 1943, a San Vittore avvenne una rivolta, repressa ferocemente dall’autorità militare che aveva cominciato a dirigere l’ordine pubblico. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Milano calibro 9, film noir scritto e diretto da Fernando Di Leo, segue le vicende di Rocco Musco (Mario Adorf), uomo della malavita che, insieme al suo compare, si sta occupando di un carico di valuta clandestina in dollari da inviare a Milano. Ma la spedizione non fila liscia e durante il trasporto i soldi spariscono. Quando si accorgono dell’ammanco chiedono subito cosa sia accaduto a due dei corrieri incaricati della consegna, ma questi sono completamente ignari e, non sapendo cosa dire, vengono crudelmente ammazzati. Uno di loro, però, tale Ugo Piazza (Gastone Moschin), riesce a salvarsi perché in arresto per una rapina. Quando esce dalla prigione, ad aspettarlo c'è Rocco con i suoi uomini, mandati da un altro boss, l’Americano, per interrogarlo affinché gli riveli dove siano i soldi.L'uomo nega di essere coinvolto e, dopo essere stato picchiato brutalmente, va in questura denunciando che è stato investito e che ha perso i documenti. Il commissario (Frank Wolff), però, che gli vede i chiari segni di percosse, capisce che c'è qualcosa che non quadra nella sua versione e comincia a tampinarlo di domande, sospettando che sia proprio lui l'artefice del furto del denaro del boss. Così gli chiede di collaborare all’arresto de l’Americano, facendogli capire che è più al sicuro coi poliziotti che da solo in strada. Cosa deciderà di fare Ugo?Sul film:Milano calibro 9 è un film poliziottesco italiano del 1972, diretto da Fernando Di Leo. È considerato uno dei capolavori del genere e ha lasciato un'impronta significativa nel cinema italiano. Il film è ambientato a Milano e racconta la storia di Ugo Piazza, interpretato da Gastone Moschin, un ex detenuto che cerca di rifarsi una vita dopo essere stato rilasciato dalla prigione. Tuttavia, viene coinvolto in una serie di eventi che coinvolgono la mafia locale e un misterioso sacco di denaro scomparso. Ugo si trova al centro di un intricato intreccio di tradimenti, violenza e vendetta. "Milano calibro 9" si distingue per la sua atmosfera cupa e cruda, che riflette la realtà spietata del mondo criminale. Il film presenta una narrazione veloce, un'azione avvincente e una fotografia ricca di contrasti, enfatizzando il lato oscuro della trama. La regia di Fernando Di Leo è abile nel creare tensione e suspense, mantenendo gli spettatori incollati allo schermo. Il cast del film è composto da attori talentuosi, tra cui anche Mario Adorf, Barbara Bouchet e Philippe Leroy. Ogni interprete offre una performance intensa e coinvolgente, contribuendo a creare personaggi memorabili e complessi. "Milano calibro 9" è diventato un punto di riferimento per il genere poliziottesco italiano degli anni '70. Il film ha influenzato numerosi registi e ha contribuito a definire il suo stile distintivo, caratterizzato da una rappresentazione cruda della criminalità, dialoghi taglienti e scene d'azione esplosive. Oltre alla sua importanza nel contesto del genere, "Milano calibro 9" è anche considerato un film d'autore, grazie alla sua riflessione sulla società italiana dell'epoca e alle tematiche di potere, corruzione e violenza che affronta. La pellicola ha ricevuto recensioni positive dalla critica e ha guadagnato un seguito di fan appassionati nel corso degli anni. La sua reputazione è cresciuta nel tempo, con molti critici che lo considerano uno dei migliori film polizieschi italiani mai realizzati. In definitiva, "Milano calibro 9" è un film avvincente e stimolante che offre un'esperienza cinematografica coinvolgente. È un punto di riferimento nel genere poliziottesco italiano e una testimonianza del talento e della maestria di Fernando Di Leo come regista.
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Milano calibro 9: visita all'amico
00:47
Milano calibro 9: visita all'amico
Dopo essere stato malmenato da Rocco e i suoi in un’ulteriore occasione, Ugo Piazza (Gastone Moschin), decide di andare a trovare il caro amico Chino (Philippe Leroy), che vive in una casa a ringhiera che affaccia su Ripa di Porta Ticinese. Si passa prima dalle parti di Viale Gorizia, poi sulle sponde molto pittoresche del Naviglio. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Milano calibro 9, film noir scritto e diretto da Fernando Di Leo, segue le vicende di Rocco Musco (Mario Adorf), uomo della malavita che, insieme al suo compare, si sta occupando di un carico di valuta clandestina in dollari da inviare a Milano. Ma la spedizione non fila liscia e durante il trasporto i soldi spariscono. Quando si accorgono dell’ammanco chiedono subito cosa sia accaduto a due dei corrieri incaricati della consegna, ma questi sono completamente ignari e, non sapendo cosa dire, vengono crudelmente ammazzati. Uno di loro, però, tale Ugo Piazza (Gastone Moschin), riesce a salvarsi perché in arresto per una rapina. Quando esce dalla prigione, ad aspettarlo c'è Rocco con i suoi uomini, mandati da un altro boss, l’Americano, per interrogarlo affinché gli riveli dove siano i soldi.L'uomo nega di essere coinvolto e, dopo essere stato picchiato brutalmente, va in questura denunciando che è stato investito e che ha perso i documenti. Il commissario (Frank Wolff), però, che gli vede i chiari segni di percosse, capisce che c'è qualcosa che non quadra nella sua versione e comincia a tampinarlo di domande, sospettando che sia proprio lui l'artefice del furto del denaro del boss. Così gli chiede di collaborare all’arresto de l’Americano, facendogli capire che è più al sicuro coi poliziotti che da solo in strada. Cosa deciderà di fare Ugo?
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Milano calibro 9: lo scambio dei pacchi
02:19
Milano calibro 9: lo scambio dei pacchi
Ugo Piazza (Gastone Moschin) torna a lavorare per l’Americano e, come prima cosa, prende parte a uno scambio pericoloso di pacchi che avviene in Stazione Centrale. Colui che ha con sé il pacco bomba si ferma a mangiare al Motta. Dal treno scende la vittima (Bruno Bertocci), che si avvia alle toilette della stazione col pacco scambiato poco prima. Pacco che esploderà lì, col responsabile (Ernesto Colli) in fuga dalla stazione (passerà davanti al Grattacielo Pirelli, che sta sempre in Piazza Duca D’Aosta, il piazzale antistante la stazione). Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Milano calibro 9, film noir scritto e diretto da Fernando Di Leo, segue le vicende di Rocco Musco (Mario Adorf), uomo della malavita che, insieme al suo compare, si sta occupando di un carico di valuta clandestina in dollari da inviare a Milano. Ma la spedizione non fila liscia e durante il trasporto i soldi spariscono. Quando si accorgono dell’ammanco chiedono subito cosa sia accaduto a due dei corrieri incaricati della consegna, ma questi sono completamente ignari e, non sapendo cosa dire, vengono crudelmente ammazzati. Uno di loro, però, tale Ugo Piazza (Gastone Moschin), riesce a salvarsi perché in arresto per una rapina. Quando esce dalla prigione, ad aspettarlo c'è Rocco con i suoi uomini, mandati da un altro boss, l’Americano, per interrogarlo affinché gli riveli dove siano i soldi.L'uomo nega di essere coinvolto e, dopo essere stato picchiato brutalmente, va in questura denunciando che è stato investito e che ha perso i documenti. Il commissario (Frank Wolff), però, che gli vede i chiari segni di percosse, capisce che c'è qualcosa che non quadra nella sua versione e comincia a tampinarlo di domande, sospettando che sia proprio lui l'artefice del furto del denaro del boss. Così gli chiede di collaborare all’arresto de l’Americano, facendogli capire che è più al sicuro coi poliziotti che da solo in strada. Cosa deciderà di fare Ugo?
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La pacifista: occupazione
02:15
La pacifista: occupazione
Il cortile occupato da una manifestazione studentesca al grido di "Potere operaio" è quello del Palazzo di Brera, situato in Via Brera a Milano. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Una giornalista televisiva, Barbara, politicamente non impegnata ma che si professa genericamente pacifista, svolge il suo lavoro in una città in fermento per la contestazione giovanile da una parte, le violenze degli estremisti dall'altra. Vittima ella stessa, durante uno dei suoi servizi, di alcuni giovani motociclisti - che le strappano il registratore e le bruciano l'automobile - Barbara è però turbata, soprattutto, da una misteriosa e sfuggente presenza: quella di un giovane che la segue dappertutto, apparendo e sparendo all'improvviso. Riuscita, finalmente, a parlargli, Barbara scopre che egli non ha cattive intenzioni nei suoi riguardi, ma è invece innamorato di lei. Membro di un'organizzazione di estremisti, i quali gli avevano ordinato di compiere un delitto politico, il giovane teme, non avendo avuto il coraggio di uccidere, le reazioni dei suoi compagni. Questa, infatti, non tarda a venire e il giovane paga la sua disobbedienza con la morte. Rivoltasi, invano, alla polizia, Barbara - presa ormai nella spirale della violenza - lo vendica uccidendo il capo degli estremisti.
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La pacifista: villa di Barbara
02:08
La pacifista: villa di Barbara
La moderna villa dove abita Barbara e nella quale Michele viene ucciso da un gruppo estremista fu realizzata appositamente per le riprese sbarrando il cortile del Palazzo di Interbanca, situato in Corso Venezia 56 a Milano. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Una giornalista televisiva, Barbara, politicamente non impegnata ma che si professa genericamente pacifista, svolge il suo lavoro in una città in fermento per la contestazione giovanile da una parte, le violenze degli estremisti dall'altra. Vittima ella stessa, durante uno dei suoi servizi, di alcuni giovani motociclisti - che le strappano il registratore e le bruciano l'automobile - Barbara è però turbata, soprattutto, da una misteriosa e sfuggente presenza: quella di un giovane che la segue dappertutto, apparendo e sparendo all'improvviso. Riuscita, finalmente, a parlargli, Barbara scopre che egli non ha cattive intenzioni nei suoi riguardi, ma è invece innamorato di lei. Membro di un'organizzazione di estremisti, i quali gli avevano ordinato di compiere un delitto politico, il giovane teme, non avendo avuto il coraggio di uccidere, le reazioni dei suoi compagni. Questa, infatti, non tarda a venire e il giovane paga la sua disobbedienza con la morte. Rivoltasi, invano, alla polizia, Barbara - presa ormai nella spirale della violenza - lo vendica uccidendo il capo degli estremisti.
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Il magnifico cornuto: i convenevoli
01:58
Il magnifico cornuto: i convenevoli
In questo modo il marito si sente soddisfatto ma la donna comincia ad abituarsi all'idea di averne uno. Un grande classico del cinema italiano. La piazza dove Tognazzi dimostra d'essere un noto concittadino, perché saluta molte delle persone che incontra, è Piazza Paolo VI a Brescia. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Andrea Artusi (Tognazzi), dopo aver sperimentato con un'amante la facilità con cui una moglie può tradire il marito, comincia ad essere assillato dal fatto che anche sua moglie Maria Grazia (Cardinale) possa essergli infedele. La sua ossessione esaspera la donna a tal punto che, pur essendo fedele, rivela al marito il nome del presunto amante. Andrea, furioso, si precipita alla ricerca dell'adultero e rimane ferito in un incidente d'auto. Ricondotto a casa, l'uomo avrà superato la sua ossessione, ma proprio allora la moglie inizierà a tradirlo, intrecciando una relazione con il medico.Attori: Ugo Tognazzi, figlio di un ispettore di una società di assicurazioni, durante l'infanzia si trasferisce da una città all'altra a causa del lavoro del padre. Nel 1936 torna a Cremona con la famiglia, a quattordici anni va a lavorare come operaio in una fabbrica di salumi e nel tempo libero si dedica alla recitazione in una filodrammatica del dopolavoro aziendale. Chiamato alle armi durante la II Guerra Mondiale, dopo l'8 Settembre torna nella sua città natale e trova lavoro come archivista. Il lavoro però dura poco perché Tognazzi ha il teatro nel sangue (a soli quattro anni aveva debuttato al teatro Donizetti di Bergamo e durante il servizio militare organizzava spettacoli di varietà) e così nel 1945 si trasferisce a Milano. Partecipa con successo ad una serata per dilettanti al Teatro Puccini e viene scelto per la compagnia teatrale di Wanda Osiris. Nel 1951 conosce Raimondo Vianello e i due formano una coppia comica che dal 1954 al 1960 lavora nella Rai Tv appena nata. Insieme sono il punto di forza del varietà televisivo di Garinei e Giovannini "Un due, tre" e diventano famosi ma verranno poi allontanati per aver preso in giro, anche se con molto garbo, con uno scketch il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, caduto dalla sedia durante uno spettacolo al Teatro dell'Opera di Roma. Al cinema Ugo esordisce nel 1950 con "I cadetti di Guascogna" di Mario Mattoli accanto a Walter Chiari e fino al 1961 interpreta ben 38 film. Nel 1961, tra l'altro, interpreta con successo il film "Il federale" di Luciano Salce ed esordisce dietro la macchina da presa con il film "Il mantenuto" da lui anche interpretato. La sua carriera ha un'accelerazione qualitativa per cui l'anno seguente si rompe il sodalizio artistico con Raimondo Vianello, ma i due resteranno sempre ottimi amici. Lavora per registi come Marco Ferreri ("L'ape regina", 1963; "La donna scimmia", 1964; "Marcia nuziale", 1966; "La grande abbuffata", 1973) e Dino Risi ("I mostri", 1963; "Straziami ma di baci saziami", 1968) e dà vita alle due fortunate serie di "Amici miei" (1975-1985) e "Il Vizietto" (1978 - 1985). La sua comicità originale e ambigua lo porta ad essere uno degli interpreti storici della commedia all'italiana ma dà ottime prove anche quando si cimenta in ruoli più seri e drammatici come in "La tragedia di un uomo ridicolo" (1981) di Bernardo Bertolucci, che gli vale la Palma d'oro come miglior attore al Festival di Cannes. La sua ricca e ingarbugliata vita sentimentale ha fatto la fortuna dei rotocalchi rosa. Dalla relazione con la ballerina Pat O'Hara, nasce il figlio Ricky (che si afferma come attore e regista), dopo alcuni flirts con belle straniere (le attrici francesi Helène Chanel e Caprice Chantal) nel 1963 sposa l'attrice norvegese Margaretha Robsham da cui ha un altro figlio, Thomas (anche lui diviene regista) che però la madre porta con sé quando alla rottura del rapporto torna nel suo paese natale. Il matrimonio infatti dura pochi mesi perché nel frattempo l'attore conosce Franca Bettoja, che sposa nel 1972. Dall'unione nascono due figli Maria Sole (regista) e Gian Marco (attore). Calciatore dilettante, gran tifoso del Milan, amando giocare a tennis nonostante, a detta degli amici, gli scarsi risultati, aveva organizzato nella sua villa sul litorale di Torvajanica (Roma), nel cosiddetto "Villaggio Tognazzi", un torneo annuale di tennis tra personaggi dello spettacolo, continuato dalla moglie anche dopo la sua morte. Ma la sua vera grande passione era la cucina, per cui pubblicò anche un libro di ricette, "L'Abbuffone" (edito da Rizzoli) e spesso era ospite e consigliere gastronomico di numerosi rotocalchi femminili. Negli ultimi anni era molto amareggiato perché si sentiva mal utilizzato dal cinema italiano. Soprattutto non aveva digerito il fatto che non si fosse più realizzato il film "Il viaggio di G. Mastorna" per cui più volte era stato chiamato da Fellini. Muore per un'emorragia cerebrale in una clinica romana.
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Il magnifico cornuto: la cena
00:58
Il magnifico cornuto: la cena
Il palazzo in cui si tiene una cena, durante la quale Andrea tiene un discorso sul "Cappello" è in Piazza del mercato a Brescia. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Andrea Artusi (Tognazzi), dopo aver sperimentato con un'amante la facilità con cui una moglie può tradire il marito, comincia ad essere assillato dal fatto che anche sua moglie Maria Grazia (Cardinale) possa essergli infedele. La sua ossessione esaspera la donna a tal punto che, pur essendo fedele, rivela al marito il nome del presunto amante. Andrea, furioso, si precipita alla ricerca dell'adultero e rimane ferito in un incidente d'auto. Ricondotto a casa, l'uomo avrà superato la sua ossessione, ma proprio allora la moglie inizierà a tradirlo, intrecciando una relazione con il medico.Attori:Claudia Cardinale, nasce a Tunisi nel 1938. La famiglia dell'attrice si trasferisce in Italia nel 1958. Nel 1957 gira a Tunisi il suo primo film che non ha molto successo al botteghino, ma una volta a Roma decide di frequentare il centro sperimentale di cinematografia. Un giorno, grazie ad una sua fotografia pubblicata su di un settimanale, la Cardinale ottiene un contratto con la "Vides", la casa di produzione di Franco Cristaldi che nel 1967 diventerà suo marito. Tra le sue interpretazioni si ricordano i seguenti film : "I Soliti Ignoti" diretto nel 1958 da Mario Monicelli, "Un Maledetto imbroglio" diretto nel 1959 da Pietro Germi, "Otto e mezzo" diretto nel 1963 da Federico Fellini, "Gattopardo" diretto da Luchino Visconti nel 1963. Da non dimenticare alcune sue partecipazioni hollywoodiane come "La pantera rosa" diretto nel 1963 da Blake Edwards, "Il circo e la sua grande avventura" diretto nel 1964 da Henry Hathaway, ed infine "I Professionisti" del 1966. Grazie alla grande fiducia accordatale dal regista Sergio Leone nel 1968, recita in "C'era una volta il West". Durante gli anni Settanta divorzia da Cristaldi ed inizia una relazione sentimentale con Pasquale Squitieri. Negli anni Ottanta torna però ad avere successo grazie a "La pelle", diretto nel 1981 dalla regista Liliana Cavani, a "Claretta" del 1984 di Squitieri. Sempre nel 1984 Claudia Cardinale recita nell'"Enrico V" di Marco Bellocchio. Nel 1986 prende parte allo sceneggiato televisivo "La storia", diretto da Luigi Comencini. Dopo qualche anno di pausa, nel 1993 l'attrice torna a lavorare per Blake Edwards, nel "Figlio della pantera rosa". Infine nel 1999 pubblica la sua autobiografia dal titolo "Io Claudia, tu Claudia". La Cardinale è anche una ambasciatrice dell'Onu. Nel 1993 ha ricevuto a Venezia il Leone d'Oro alla carriera. Ha poi recitato in "Li chiamarono briganti!" di Pasquale Squitieri, "Luchino Visconti" di Carlo Lizzani, "And Now... Ladies&Gentlemen" di Claude Lelouch, presentato fuori concorso al Festival di Cannes 2002, fino ad arrivare al suo più recente film "L'ultima Sequenza" di Mario Sesti, omaggio a Federico Fellini al Festival di Cannes 2003.
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Il magnifico cornuto: le manovre
01:34
Il magnifico cornuto: le manovre
La piazza in cui Andrea inizia le "manovre" per togliersi di dosso il profumo di Cristiana è Piazza Arnaldo da Brescia. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Andrea Artusi (Tognazzi), dopo aver sperimentato con un'amante la facilità con cui una moglie può tradire il marito, comincia ad essere assillato dal fatto che anche sua moglie Maria Grazia (Cardinale) possa essergli infedele. La sua ossessione esaspera la donna a tal punto che, pur essendo fedele, rivela al marito il nome del presunto amante. Andrea, furioso, si precipita alla ricerca dell'adultero e rimane ferito in un incidente d'auto. Ricondotto a casa, l'uomo avrà superato la sua ossessione, ma proprio allora la moglie inizierà a tradirlo, intrecciando una relazione con il medico.Attori: Ugo Tognazzi, figlio di un ispettore di una società di assicurazioni, durante l'infanzia si trasferisce da una città all'altra a causa del lavoro del padre. Nel 1936 torna a Cremona con la famiglia, a quattordici anni va a lavorare come operaio in una fabbrica di salumi e nel tempo libero si dedica alla recitazione in una filodrammatica del dopolavoro aziendale. Chiamato alle armi durante la II Guerra Mondiale, dopo l'8 Settembre torna nella sua città natale e trova lavoro come archivista. Il lavoro però dura poco perché Tognazzi ha il teatro nel sangue (a soli quattro anni aveva debuttato al teatro Donizetti di Bergamo e durante il servizio militare organizzava spettacoli di varietà) e così nel 1945 si trasferisce a Milano. Partecipa con successo ad una serata per dilettanti al Teatro Puccini e viene scelto per la compagnia teatrale di Wanda Osiris. Nel 1951 conosce Raimondo Vianello e i due formano una coppia comica che dal 1954 al 1960 lavora nella Rai Tv appena nata. Insieme sono il punto di forza del varietà televisivo di Garinei e Giovannini "Un due, tre" e diventano famosi ma verranno poi allontanati per aver preso in giro, anche se con molto garbo, con uno scketch il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, caduto dalla sedia durante uno spettacolo al Teatro dell'Opera di Roma. Al cinema Ugo esordisce nel 1950 con "I cadetti di Guascogna" di Mario Mattoli accanto a Walter Chiari e fino al 1961 interpreta ben 38 film. Nel 1961, tra l'altro, interpreta con successo il film "Il federale" di Luciano Salce ed esordisce dietro la macchina da presa con il film "Il mantenuto" da lui anche interpretato. La sua carriera ha un'accelerazione qualitativa per cui l'anno seguente si rompe il sodalizio artistico con Raimondo Vianello, ma i due resteranno sempre ottimi amici. Lavora per registi come Marco Ferreri ("L'ape regina", 1963; "La donna scimmia", 1964; "Marcia nuziale", 1966; "La grande abbuffata", 1973) e Dino Risi ("I mostri", 1963; "Straziami ma di baci saziami", 1968) e dà vita alle due fortunate serie di "Amici miei" (1975-1985) e "Il Vizietto" (1978 - 1985). La sua comicità originale e ambigua lo porta ad essere uno degli interpreti storici della commedia all'italiana ma dà ottime prove anche quando si cimenta in ruoli più seri e drammatici come in "La tragedia di un uomo ridicolo" (1981) di Bernardo Bertolucci, che gli vale la Palma d'oro come miglior attore al Festival di Cannes. La sua ricca e ingarbugliata vita sentimentale ha fatto la fortuna dei rotocalchi rosa. Dalla relazione con la ballerina Pat O'Hara, nasce il figlio Ricky (che si afferma come attore e regista), dopo alcuni flirts con belle straniere (le attrici francesi Helène Chanel e Caprice Chantal) nel 1963 sposa l'attrice norvegese Margaretha Robsham da cui ha un altro figlio, Thomas (anche lui diviene regista) che però la madre porta con sé quando alla rottura del rapporto torna nel suo paese natale. Il matrimonio infatti dura pochi mesi perché nel frattempo l'attore conosce Franca Bettoja, che sposa nel 1972. Dall'unione nascono due figli Maria Sole (regista) e Gian Marco (attore). Calciatore dilettante, gran tifoso del Milan, amando giocare a tennis nonostante, a detta degli amici, gli scarsi risultati, aveva organizzato nella sua villa sul litorale di Torvajanica (Roma), nel cosiddetto "Villaggio Tognazzi", un torneo annuale di tennis tra personaggi dello spettacolo, continuato dalla moglie anche dopo la sua morte. Ma la sua vera grande passione era la cucina, per cui pubblicò anche un libro di ricette, "L'Abbuffone" (edito da Rizzoli) e spesso era ospite e consigliere gastronomico di numerosi rotocalchi femminili. Negli ultimi anni era molto amareggiato perché si sentiva mal utilizzato dal cinema italiano. Soprattutto non aveva digerito il fatto che non si fosse più realizzato il film "Il viaggio di G. Mastorna" per cui più volte era stato chiamato da Fellini. Muore per un'emorragia cerebrale in una clinica romana.
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Il magnifico cornuto: l'edicola
00:58
Il magnifico cornuto: l'edicola
L’edicola accanto alla quale Belisario attende il passaggio della signor Artusi, fingendo di guardare i giornali esposti è in via delle Battaglie a Brescia. Nel contro campo si vede poi anche Torre della Pallata. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Andrea Artusi (Tognazzi), dopo aver sperimentato con un'amante la facilità con cui una moglie può tradire il marito, comincia ad essere assillato dal fatto che anche sua moglie Maria Grazia (Cardinale) possa essergli infedele. La sua ossessione esaspera la donna a tal punto che, pur essendo fedele, rivela al marito il nome del presunto amante. Andrea, furioso, si precipita alla ricerca dell'adultero e rimane ferito in un incidente d'auto. Ricondotto a casa, l'uomo avrà superato la sua ossessione, ma proprio allora la moglie inizierà a tradirlo, intrecciando una relazione con il medico.Attori:Claudia Cardinale, nasce a Tunisi nel 1938. La famiglia dell'attrice si trasferisce in Italia nel 1958. Nel 1957 gira a Tunisi il suo primo film che non ha molto successo al botteghino, ma una volta a Roma decide di frequentare il centro sperimentale di cinematografia. Un giorno, grazie ad una sua fotografia pubblicata su di un settimanale, la Cardinale ottiene un contratto con la "Vides", la casa di produzione di Franco Cristaldi che nel 1967 diventerà suo marito. Tra le sue interpretazioni si ricordano i seguenti film : "I Soliti Ignoti" diretto nel 1958 da Mario Monicelli, "Un Maledetto imbroglio" diretto nel 1959 da Pietro Germi, "Otto e mezzo" diretto nel 1963 da Federico Fellini, "Gattopardo" diretto da Luchino Visconti nel 1963. Da non dimenticare alcune sue partecipazioni hollywoodiane come "La pantera rosa" diretto nel 1963 da Blake Edwards, "Il circo e la sua grande avventura" diretto nel 1964 da Henry Hathaway, ed infine "I Professionisti" del 1966. Grazie alla grande fiducia accordatale dal regista Sergio Leone nel 1968, recita in "C'era una volta il West". Durante gli anni Settanta divorzia da Cristaldi ed inizia una relazione sentimentale con Pasquale Squitieri. Negli anni Ottanta torna però ad avere successo grazie a "La pelle", diretto nel 1981 dalla regista Liliana Cavani, a "Claretta" del 1984 di Squitieri. Sempre nel 1984 Claudia Cardinale recita nell'"Enrico V" di Marco Bellocchio. Nel 1986 prende parte allo sceneggiato televisivo "La storia", diretto da Luigi Comencini. Dopo qualche anno di pausa, nel 1993 l'attrice torna a lavorare per Blake Edwards, nel "Figlio della pantera rosa". Infine nel 1999 pubblica la sua autobiografia dal titolo "Io Claudia, tu Claudia". La Cardinale è anche una ambasciatrice dell'Onu. Nel 1993 ha ricevuto a Venezia il Leone d'Oro alla carriera. Ha poi recitato in "Li chiamarono briganti!" di Pasquale Squitieri, "Luchino Visconti" di Carlo Lizzani, "And Now... Ladies&Gentlemen" di Claude Lelouch, presentato fuori concorso al Festival di Cannes 2002, fino ad arrivare al suo più recente film "L'ultima Sequenza" di Mario Sesti, omaggio a Federico Fellini al Festival di Cannes 2003.
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Il magnifico cornuto: la multa
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Il magnifico cornuto: la multa
La piazza in cui Belisario viene multato è Piazza della Loggia a Brescia. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Andrea Artusi (Tognazzi), dopo aver sperimentato con un'amante la facilità con cui una moglie può tradire il marito, comincia ad essere assillato dal fatto che anche sua moglie Maria Grazia (Cardinale) possa essergli infedele. La sua ossessione esaspera la donna a tal punto che, pur essendo fedele, rivela al marito il nome del presunto amante. Andrea, furioso, si precipita alla ricerca dell'adultero e rimane ferito in un incidente d'auto. Ricondotto a casa, l'uomo avrà superato la sua ossessione, ma proprio allora la moglie inizierà a tradirlo, intrecciando una relazione con il medico.Attori: Ugo Tognazzi, figlio di un ispettore di una società di assicurazioni, durante l'infanzia si trasferisce da una città all'altra a causa del lavoro del padre. Nel 1936 torna a Cremona con la famiglia, a quattordici anni va a lavorare come operaio in una fabbrica di salumi e nel tempo libero si dedica alla recitazione in una filodrammatica del dopolavoro aziendale. Chiamato alle armi durante la II Guerra Mondiale, dopo l'8 Settembre torna nella sua città natale e trova lavoro come archivista. Il lavoro però dura poco perché Tognazzi ha il teatro nel sangue (a soli quattro anni aveva debuttato al teatro Donizetti di Bergamo e durante il servizio militare organizzava spettacoli di varietà) e così nel 1945 si trasferisce a Milano. Partecipa con successo ad una serata per dilettanti al Teatro Puccini e viene scelto per la compagnia teatrale di Wanda Osiris. Nel 1951 conosce Raimondo Vianello e i due formano una coppia comica che dal 1954 al 1960 lavora nella Rai Tv appena nata. Insieme sono il punto di forza del varietà televisivo di Garinei e Giovannini "Un due, tre" e diventano famosi ma verranno poi allontanati per aver preso in giro, anche se con molto garbo, con uno scketch il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, caduto dalla sedia durante uno spettacolo al Teatro dell'Opera di Roma. Al cinema Ugo esordisce nel 1950 con "I cadetti di Guascogna" di Mario Mattoli accanto a Walter Chiari e fino al 1961 interpreta ben 38 film. Nel 1961, tra l'altro, interpreta con successo il film "Il federale" di Luciano Salce ed esordisce dietro la macchina da presa con il film "Il mantenuto" da lui anche interpretato. La sua carriera ha un'accelerazione qualitativa per cui l'anno seguente si rompe il sodalizio artistico con Raimondo Vianello, ma i due resteranno sempre ottimi amici. Lavora per registi come Marco Ferreri ("L'ape regina", 1963; "La donna scimmia", 1964; "Marcia nuziale", 1966; "La grande abbuffata", 1973) e Dino Risi ("I mostri", 1963; "Straziami ma di baci saziami", 1968) e dà vita alle due fortunate serie di "Amici miei" (1975-1985) e "Il Vizietto" (1978 - 1985). La sua comicità originale e ambigua lo porta ad essere uno degli interpreti storici della commedia all'italiana ma dà ottime prove anche quando si cimenta in ruoli più seri e drammatici come in "La tragedia di un uomo ridicolo" (1981) di Bernardo Bertolucci, che gli vale la Palma d'oro come miglior attore al Festival di Cannes. La sua ricca e ingarbugliata vita sentimentale ha fatto la fortuna dei rotocalchi rosa. Dalla relazione con la ballerina Pat O'Hara, nasce il figlio Ricky (che si afferma come attore e regista), dopo alcuni flirts con belle straniere (le attrici francesi Helène Chanel e Caprice Chantal) nel 1963 sposa l'attrice norvegese Margaretha Robsham da cui ha un altro figlio, Thomas (anche lui diviene regista) che però la madre porta con sé quando alla rottura del rapporto torna nel suo paese natale. Il matrimonio infatti dura pochi mesi perché nel frattempo l'attore conosce Franca Bettoja, che sposa nel 1972. Dall'unione nascono due figli Maria Sole (regista) e Gian Marco (attore). Calciatore dilettante, gran tifoso del Milan, amando giocare a tennis nonostante, a detta degli amici, gli scarsi risultati, aveva organizzato nella sua villa sul litorale di Torvajanica (Roma), nel cosiddetto "Villaggio Tognazzi", un torneo annuale di tennis tra personaggi dello spettacolo, continuato dalla moglie anche dopo la sua morte. Ma la sua vera grande passione era la cucina, per cui pubblicò anche un libro di ricette, "L'Abbuffone" (edito da Rizzoli) e spesso era ospite e consigliere gastronomico di numerosi rotocalchi femminili. Negli ultimi anni era molto amareggiato perché si sentiva mal utilizzato dal cinema italiano. Soprattutto non aveva digerito il fatto che non si fosse più realizzato il film "Il viaggio di G. Mastorna" per cui più volte era stato chiamato da Fellini. Muore per un'emorragia cerebrale in una clinica romana.
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I nostri mariti: la chiesa
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I nostri mariti: la chiesa
 La chiesa nella quale celebra messa tutte le mattine il vescovo datore di lavoro di Ottavio è la Cappella Colleoni (nella Chiesa di Santa Maria Maggiore), in piazza Duomo a Bergamo. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Tre episodi diretti da registi d'eccezione: Luigi Filippo D'Amico,Dino Risi, Luigi Zampa"Il marito di Roberta" (o "Un matrimonio difficile") - Un giovanotto sposa una ragazza che nonostante i suoi modi un po' virili lo attira per la sua bellezza. Una volta celebrato il matrimonio, la donna si rifiuta di sottostare ai suoi doveri coniugali e, qualche tempo dopo, reagisce alle insistenze del marito affrontando un intervento chirurgico che la rende uomo."Il marito di Attilia" (o "Nei secoli fedeli") - Un malvivente ricercato dalla polizia viene intrappolato grazie all'uso inconsapevole della moglie, di cui è gelosissimo, come specchietto. Quando la polizia irrompe nella sua casa dove si trova l'agente che si è finto amante della moglie, il ricercato dichiara d'esser ben felice di scoprire che si trattava di un tranello della polizia e non di un tradimento."Il marito di Olga" (o "Il complesso di Angelotto") - A Bergamo un giovane conosce e sposa una bella ragazza che dalla zia eredita un grosso patrimonio vincolato alla nascita di un rampollo. La clausola preoccupa talmente il marito che, non riuscendo ad avere rapporti con la moglie, per entrare in possesso della sospirata eredità, dovrà permettere alla moglie di ottenere il figlio da un collega.
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I nostri mariti: affranti
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I nostri mariti: affranti
La breve clip ritrae un dialogo all’interno della Funicolare che collega Bergamo Alta a Bergamo bassa. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Tre episodi diretti da registi d'eccezione: Luigi Filippo D'Amico,Dino Risi, Luigi Zampa"Il marito di Roberta" (o "Un matrimonio difficile") - Un giovanotto sposa una ragazza che nonostante i suoi modi un po' virili lo attira per la sua bellezza. Una volta celebrato il matrimonio, la donna si rifiuta di sottostare ai suoi doveri coniugali e, qualche tempo dopo, reagisce alle insistenze del marito affrontando un intervento chirurgico che la rende uomo."Il marito di Attilia" (o "Nei secoli fedeli") - Un malvivente ricercato dalla polizia viene intrappolato grazie all'uso inconsapevole della moglie, di cui è gelosissimo, come specchietto. Quando la polizia irrompe nella sua casa dove si trova l'agente che si è finto amante della moglie, il ricercato dichiara d'esser ben felice di scoprire che si trattava di un tranello della polizia e non di un tradimento."Il marito di Olga" (o "Il complesso di Angelotto") - A Bergamo un giovane conosce e sposa una bella ragazza che dalla zia eredita un grosso patrimonio vincolato alla nascita di un rampollo. La clausola preoccupa talmente il marito che, non riuscendo ad avere rapporti con la moglie, per entrare in possesso della sospirata eredità, dovrà permettere alla moglie di ottenere il figlio da un collega.
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I nostri mariti: piazza vecchia
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I nostri mariti: piazza vecchia
Breve inquadratura in cui si nota – seppur molto annebbiata – Piazza vecchia a Bergamo alta.Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Tre episodi diretti da registi d'eccezione: Luigi Filippo D'Amico,Dino Risi, Luigi Zampa"Il marito di Roberta" (o "Un matrimonio difficile") - Un giovanotto sposa una ragazza che nonostante i suoi modi un po' virili lo attira per la sua bellezza. Una volta celebrato il matrimonio, la donna si rifiuta di sottostare ai suoi doveri coniugali e, qualche tempo dopo, reagisce alle insistenze del marito affrontando un intervento chirurgico che la rende uomo."Il marito di Attilia" (o "Nei secoli fedeli") - Un malvivente ricercato dalla polizia viene intrappolato grazie all'uso inconsapevole della moglie, di cui è gelosissimo, come specchietto. Quando la polizia irrompe nella sua casa dove si trova l'agente che si è finto amante della moglie, il ricercato dichiara d'esser ben felice di scoprire che si trattava di un tranello della polizia e non di un tradimento."Il marito di Olga" (o "Il complesso di Angelotto") - A Bergamo un giovane conosce e sposa una bella ragazza che dalla zia eredita un grosso patrimonio vincolato alla nascita di un rampollo. La clausola preoccupa talmente il marito che, non riuscendo ad avere rapporti con la moglie, per entrare in possesso della sospirata eredità, dovrà permettere alla moglie di ottenere il figlio da un collega.
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I nostri mariti: la casa di Bice
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I nostri mariti: la casa di Bice
La casa dove abita Bice, l’anziana zia di Olga è quello di un collegio femminile situato a Bergamo Alta, in Largo San Michele al Pozzo Bianco. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Tre episodi diretti da registi d'eccezione: Luigi Filippo D'Amico,Dino Risi, Luigi Zampa"Il marito di Roberta" (o "Un matrimonio difficile") - Un giovanotto sposa una ragazza che nonostante i suoi modi un po' virili lo attira per la sua bellezza. Una volta celebrato il matrimonio, la donna si rifiuta di sottostare ai suoi doveri coniugali e, qualche tempo dopo, reagisce alle insistenze del marito affrontando un intervento chirurgico che la rende uomo."Il marito di Attilia" (o "Nei secoli fedeli") - Un malvivente ricercato dalla polizia viene intrappolato grazie all'uso inconsapevole della moglie, di cui è gelosissimo, come specchietto. Quando la polizia irrompe nella sua casa dove si trova l'agente che si è finto amante della moglie, il ricercato dichiara d'esser ben felice di scoprire che si trattava di un tranello della polizia e non di un tradimento."Il marito di Olga" (o "Il complesso di Angelotto") - A Bergamo un giovane conosce e sposa una bella ragazza che dalla zia eredita un grosso patrimonio vincolato alla nascita di un rampollo. La clausola preoccupa talmente il marito che, non riuscendo ad avere rapporti con la moglie, per entrare in possesso della sospirata eredità, dovrà permettere alla moglie di ottenere il figlio da un collega.
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I nostri mariti: il notaio
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I nostri mariti: il notaio
Il palazzo nel quale ha lo studio il notaio che ha raccolto il testamento dell’anziana zia Bice e che prevede che tutto passerà nelle mani della nipote Olga quando questa avrà un bambino è il Palazzo della Misericordia Maggiore, in Via Arena a Bergamo. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Tre episodi diretti da registi d'eccezione: Luigi Filippo D'Amico,Dino Risi, Luigi Zampa"Il marito di Roberta" (o "Un matrimonio difficile") - Un giovanotto sposa una ragazza che nonostante i suoi modi un po' virili lo attira per la sua bellezza. Una volta celebrato il matrimonio, la donna si rifiuta di sottostare ai suoi doveri coniugali e, qualche tempo dopo, reagisce alle insistenze del marito affrontando un intervento chirurgico che la rende uomo."Il marito di Attilia" (o "Nei secoli fedeli") - Un malvivente ricercato dalla polizia viene intrappolato grazie all'uso inconsapevole della moglie, di cui è gelosissimo, come specchietto. Quando la polizia irrompe nella sua casa dove si trova l'agente che si è finto amante della moglie, il ricercato dichiara d'esser ben felice di scoprire che si trattava di un tranello della polizia e non di un tradimento."Il marito di Olga" (o "Il complesso di Angelotto") - A Bergamo un giovane conosce e sposa una bella ragazza che dalla zia eredita un grosso patrimonio vincolato alla nascita di un rampollo. La clausola preoccupa talmente il marito che, non riuscendo ad avere rapporti con la moglie, per entrare in possesso della sospirata eredità, dovrà permettere alla moglie di ottenere il figlio da un collega.
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La bella di Lodi: verso Franco
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La bella di Lodi: verso Franco
La strada che Roberta percorre per raggiungere la stazione e incontrare Franco, è il famoso Viale Trento e Trieste a Lodi. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:E' la storia di Roberta, una giovane e bella proprietaria terriera lombarda e di Franco, un meccanico privo di scrupoli ed opportunista. I due si conoscono sulla spiaggia di Forte dei Marmi e sono attratti subito l'uno verso l'altra. La storia si snoda attraverso incontri e fughe dei due protagonisti, che a bordo della "Alfetta" di Roberta vagano sull'autostrada del sole, in motel, alberghi di lusso, in un panorama da miracolo economico. Roberta però non dimentica gli affari e, pensando di mettere a profitto le qualità di Franco, decide di comprare un garage e, dopo un consiglio di famiglia, lo sposa.Attori:Ángel Aranda, talvolta accreditato come Angelo Aranda o Angel Miranda (Jaén, 18 settembre 1934 – 4 luglio 2000), è stato un attore spagnolo che è stato attivo anche nel cinema italiano, particolarmente negli anni sessanta e nei settanta. Nativo dell'Andalusia, è apparso in una cinquantina di film del cosiddetto cinema di genere (b-movie, spaghetti western, peplum, poliziottesco, film di fantascienza, ecc.) e nel 1961 ha fatto parte del cast del film Il colosso di Rodi, diretto da Sergio Leone. Con il regista Corbucci ha interpretato il film del 1967 I crudeli. Oltre che in produzioni minori, è stato interprete in pellicole di un certo valore appartenenti al filone della commedia all'italiana.
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La bella di Lodi: piazza della Vittoria
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La bella di Lodi: piazza della Vittoria
Roberta arriva in piazza della Vittoria a Lodi. Vediamo una bellissima panoramica della piazza e dei suoi portici. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:E' la storia di Roberta, una giovane e bella proprietaria terriera lombarda e di Franco, un meccanico privo di scrupoli ed opportunista. I due si conoscono sulla spiaggia di Forte dei Marmi e sono attratti subito l'uno verso l'altra. La storia si snoda attraverso incontri e fughe dei due protagonisti, che a bordo della "Alfetta" di Roberta vagano sull'autostrada del sole, in motel, alberghi di lusso, in un panorama da miracolo economico. Roberta però non dimentica gli affari e, pensando di mettere a profitto le qualità di Franco, decide di comprare un garage e, dopo un consiglio di famiglia, lo sposa.Attori:Stefania Sandrelli, dopo aver vinto un concorso di bellezza, debutta nel cinema appena quindicenne in un film di Mario Sequi "Gioventù di Notte" (1961). Sempre del '61 è la volta del film "Il Federale" di Luciano Salce in cui recita insieme ad Ugo Tognazzi. Nello stesso anno Pietro Germi la vuole nel ruolo, per lei determinante, di Angela, giovanissima e provocante siciliana, in "Divorzio all'Italiana" con Marcello Mastroianni. Si afferma negli anni '60 per la sua capacità di unire la freschezza alla sensualità. Lavora con i più grandi registi italiani, come Bertolucci, Luigi Comencini, Antonio Pietrangeli, Ettore Scola, Tinto Brass, Mario Monicelli, Carlo Lizzani nei più più impotanti di quegli anni. Poi la sua carriera ha una svolta con "La Chiave" (1983) di Tinto Brass, dove il regista riesce a tirare fuori da una splendida Sandrelli vicina ai quaranta, una figura di donna dal morbido ma prepotente erotismo. Lavora anche con registi stranieri, come Bigas Luna, Jean-Pierre Melville, Claude Chabrol, Margarethe Von Trotta. Negli anni Novanta dà il meglio di sé nei film "Con gli occhi chiusi" (1994) di Francesca Archibugi nel ruolo di una madre malata, e nel ruolo della seducente "nonna" di "Matrimoni" di Cristina Comencini. In teatro debutta nel 1992 con la pièce "Le faremo tanto male" di Pino Quartullo di cui interpreta anche la versione cinematografica nel 1998. E' interprete anche di numerosi sceneggiati televisivi di grande successo, tra cui "I racconti del maresciallo" (1984) di Giovanni Soldati, "Come una mamma" (1991) di Vittorio Sindoni e per la Rai le prime tre serie di "Il Maresciallo Rocca" (1996,1998,2001) di Giorgio Capitani e per Mediaset le tre serie di "Il bello delle donne" (2001,2002, 2003) Ha vinto il Nastro d'argento nel 1986 per "La famiglia" di Ettore Scola, nel 1988 per "Mignon è partita" e nel 2000 per "L'ultimo bacio" di Gabriele Muccino. Per questi due ultimi film ha vinto anche il David di Donatello. Alla Mostra del cinema di Venezia nel 2005 le è stato consegnato dalla figlia Amanda il Leone d'oro alla carriera. Nel 2006 le è stato assegnato il Nastro d'argento come attrice più amata dal pubblico e dal cinema d'autore.
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La bella di Lodi: la prigione
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La bella di Lodi: la prigione
La progione in cui Franco è rinchiuso dopo l'accusa di Roberta, è in Piazza Castello a Lodi. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:E' la storia di Roberta, una giovane e bella proprietaria terriera lombarda e di Franco, un meccanico privo di scrupoli ed opportunista. I due si conoscono sulla spiaggia di Forte dei Marmi e sono attratti subito l'uno verso l'altra. La storia si snoda attraverso incontri e fughe dei due protagonisti, che a bordo della "Alfetta" di Roberta vagano sull'autostrada del sole, in motel, alberghi di lusso, in un panorama da miracolo economico. Roberta però non dimentica gli affari e, pensando di mettere a profitto le qualità di Franco, decide di comprare un garage e, dopo un consiglio di famiglia, lo sposa.Curiosità: Il film fu l'unica esperienza  di Mario Missiroli come regista cinematografico.Nel 1960 la rivista “Il Mondo” pubblicò il racconto omonimo (da cui fu tratto il film) dello scrittore Alberto Arbasino, successivamente nel 1972 l'Editrice Einaudi lo pubblicò come romanzo.Il film fu vietato ai minori di 14 anni per le scene in cui Stefania Sandrelli appare a schiena scoperta.
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La bella di Lodi: un matrimonio italiano
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La bella di Lodi: un matrimonio italiano
La chiesa che appare per il matrimonio di nonni di Roberta è la Chiesa di San Francesco, in piazza Ospitale a Lodi. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:E' la storia di Roberta, una giovane e bella proprietaria terriera lombarda e di Franco, un meccanico privo di scrupoli ed opportunista. I due si conoscono sulla spiaggia di Forte dei Marmi e sono attratti subito l'uno verso l'altra. La storia si snoda attraverso incontri e fughe dei due protagonisti, che a bordo della "Alfetta" di Roberta vagano sull'autostrada del sole, in motel, alberghi di lusso, in un panorama da miracolo economico. Roberta però non dimentica gli affari e, pensando di mettere a profitto le qualità di Franco, decide di comprare un garage e, dopo un consiglio di famiglia, lo sposa.Attori:Stefania Sandrelli, dopo aver vinto un concorso di bellezza, debutta nel cinema appena quindicenne in un film di Mario Sequi "Gioventù di Notte" (1961). Sempre del '61 è la volta del film "Il Federale" di Luciano Salce in cui recita insieme ad Ugo Tognazzi. Nello stesso anno Pietro Germi la vuole nel ruolo, per lei determinante, di Angela, giovanissima e provocante siciliana, in "Divorzio all'Italiana" con Marcello Mastroianni. Si afferma negli anni '60 per la sua capacità di unire la freschezza alla sensualità. Lavora con i più grandi registi italiani, come Bertolucci, Luigi Comencini, Antonio Pietrangeli, Ettore Scola, Tinto Brass, Mario Monicelli, Carlo Lizzani nei più più impotanti di quegli anni. Poi la sua carriera ha una svolta con "La Chiave" (1983) di Tinto Brass, dove il regista riesce a tirare fuori da una splendida Sandrelli vicina ai quaranta, una figura di donna dal morbido ma prepotente erotismo. Lavora anche con registi stranieri, come Bigas Luna, Jean-Pierre Melville, Claude Chabrol, Margarethe Von Trotta. Negli anni Novanta dà il meglio di sé nei film "Con gli occhi chiusi" (1994) di Francesca Archibugi nel ruolo di una madre malata, e nel ruolo della seducente "nonna" di "Matrimoni" di Cristina Comencini. In teatro debutta nel 1992 con la pièce "Le faremo tanto male" di Pino Quartullo di cui interpreta anche la versione cinematografica nel 1998. E' interprete anche di numerosi sceneggiati televisivi di grande successo, tra cui "I racconti del maresciallo" (1984) di Giovanni Soldati, "Come una mamma" (1991) di Vittorio Sindoni e per la Rai le prime tre serie di "Il Maresciallo Rocca" (1996,1998,2001) di Giorgio Capitani e per Mediaset le tre serie di "Il bello delle donne" (2001,2002, 2003) Ha vinto il Nastro d'argento nel 1986 per "La famiglia" di Ettore Scola, nel 1988 per "Mignon è partita" e nel 2000 per "L'ultimo bacio" di Gabriele Muccino. Per questi due ultimi film ha vinto anche il David di Donatello. Alla Mostra del cinema di Venezia nel 2005 le è stato consegnato dalla figlia Amanda il Leone d'oro alla carriera. Nel 2006 le è stato assegnato il Nastro d'argento come attrice più amata dal pubblico e dal cinema d'autore.
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La bella di Lodi: passeggiata al porto
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La bella di Lodi: passeggiata al porto
La banchina sulla quale Roberta e Franco passeggiano, è nel Porto Canale di Viareggio. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:E' la storia di Roberta, una giovane e bella proprietaria terriera lombarda e di Franco, un meccanico privo di scrupoli ed opportunista. I due si conoscono sulla spiaggia di Forte dei Marmi e sono attratti subito l'uno verso l'altra. La storia si snoda attraverso incontri e fughe dei due protagonisti, che a bordo della "Alfetta" di Roberta vagano sull'autostrada del sole, in motel, alberghi di lusso, in un panorama da miracolo economico. Roberta però non dimentica gli affari e, pensando di mettere a profitto le qualità di Franco, decide di comprare un garage e, dopo un consiglio di famiglia, lo sposa..Curiosità: Il film fu l'unica esperienza  di Mario Missiroli come regista cinematografico.Nel 1960 la rivista “Il Mondo” pubblicò il racconto omonimo (da cui fu tratto il film) dello scrittore Alberto Arbasino, successivamente nel 1972 l'Editrice Einaudi lo pubblicò come romanzo.Il film fu vietato ai minori di 14 anni per le scene in cui Stefania Sandrelli appare a schiena scoperta.
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La bella di Lodi: Un caffè al volo
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La bella di Lodi: Un caffè al volo
La piazza dove ha i tavolini il bar all'aperto dove Franco (Aranda) passa a prendere Roberta (Sandrelli) per andare in piscina è Piazza Grande a Modena. Sullo sfondo il duomo di Modena.Sinossi:E' la storia di Roberta, una giovane e bella proprietaria terriera lombarda e di Franco, un meccanico privo di scrupoli ed opportunista. I due si conoscono sulla spiaggia di Forte dei Marmi e sono attratti subito l'uno verso l'altra. La storia si snoda attraverso incontri e fughe dei due protagonisti, che a bordo della "Alfetta" di Roberta vagano sull'autostrada del sole, in motel, alberghi di lusso, in un panorama da miracolo economico. Roberta però non dimentica gli affari e, pensando di mettere a profitto le qualità di Franco, decide di comprare un garage e, dopo un consiglio di famiglia, lo sposa.Attori:Ángel Aranda, talvolta accreditato come Angelo Aranda o Angel Miranda (Jaén, 18 settembre 1934 – 4 luglio 2000), è stato un attore spagnolo che è stato attivo anche nel cinema italiano, particolarmente negli anni sessanta e nei settanta. Nativo dell'Andalusia, è apparso in una cinquantina di film del cosiddetto cinema di genere (b-movie, spaghetti western, peplum, poliziottesco, film di fantascienza, ecc.) e nel 1961 ha fatto parte del cast del film Il colosso di Rodi, diretto da Sergio Leone. Con il regista Corbucci ha interpretato il film del 1967 I crudeli. Oltre che in produzioni minori, è stato interprete in pellicole di un certo valore appartenenti al filone della commedia all'italiana.
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La bella di Lodi: Cena in piazza
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La bella di Lodi: Cena in piazza
Il ristorante dove Roberta e Franco cenano, si trova in una spledida piazza, Piazza Roma a Modena.Sinossi:E' la storia di Roberta, una giovane e bella proprietaria terriera lombarda e di Franco, un meccanico privo di scrupoli ed opportunista. I due si conoscono sulla spiaggia di Forte dei Marmi e sono attratti subito l'uno verso l'altra. La storia si snoda attraverso incontri e fughe dei due protagonisti, che a bordo della "Alfetta" di Roberta vagano sull'autostrada del sole, in motel, alberghi di lusso, in un panorama da miracolo economico. Roberta però non dimentica gli affari e, pensando di mettere a profitto le qualità di Franco, decide di comprare un garage e, dopo un consiglio di famiglia, lo sposa..Attori:Stefania Sandrelli, dopo aver vinto un concorso di bellezza, debutta nel cinema appena quindicenne in un film di Mario Sequi "Gioventù di Notte" (1961). Sempre del '61 è la volta del film "Il Federale" di Luciano Salce in cui recita insieme ad Ugo Tognazzi. Nello stesso anno Pietro Germi la vuole nel ruolo, per lei determinante, di Angela, giovanissima e provocante siciliana, in "Divorzio all'Italiana" con Marcello Mastroianni. Si afferma negli anni '60 per la sua capacità di unire la freschezza alla sensualità. Lavora con i più grandi registi italiani, come Bertolucci, Luigi Comencini, Antonio Pietrangeli, Ettore Scola, Tinto Brass, Mario Monicelli, Carlo Lizzani nei più più impotanti di quegli anni. Poi la sua carriera ha una svolta con "La Chiave" (1983) di Tinto Brass, dove il regista riesce a tirare fuori da una splendida Sandrelli vicina ai quaranta, una figura di donna dal morbido ma prepotente erotismo. Lavora anche con registi stranieri, come Bigas Luna, Jean-Pierre Melville, Claude Chabrol, Margarethe Von Trotta. Negli anni Novanta dà il meglio di sé nei film "Con gli occhi chiusi" (1994) di Francesca Archibugi nel ruolo di una madre malata, e nel ruolo della seducente "nonna" di "Matrimoni" di Cristina Comencini. In teatro debutta nel 1992 con la pièce "Le faremo tanto male" di Pino Quartullo di cui interpreta anche la versione cinematografica nel 1998. E' interprete anche di numerosi sceneggiati televisivi di grande successo, tra cui "I racconti del maresciallo" (1984) di Giovanni Soldati, "Come una mamma" (1991) di Vittorio Sindoni e per la Rai le prime tre serie di "Il Maresciallo Rocca" (1996,1998,2001) di Giorgio Capitani e per Mediaset le tre serie di "Il bello delle donne" (2001,2002, 2003) Ha vinto il Nastro d'argento nel 1986 per "La famiglia" di Ettore Scola, nel 1988 per "Mignon è partita" e nel 2000 per "L'ultimo bacio" di Gabriele Muccino. Per questi due ultimi film ha vinto anche il David di Donatello. Alla Mostra del cinema di Venezia nel 2005 le è stato consegnato dalla figlia Amanda il Leone d'oro alla carriera. Nel 2006 le è stato assegnato il Nastro d'argento come attrice più amata dal pubblico e dal cinema d'autore.
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La bella di Lodi: La luna di miele
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La bella di Lodi: La luna di miele
La terrazza sulla quale Franco (Aranda) e Roberta (Sandrelli) prendono un drink durante il viaggio di nozze è a Cà Giustinian, San Marco 1364a a Venezia (sede della Biennale).Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:E' la storia di Roberta, una giovane e bella proprietaria terriera lombarda e di Franco, un meccanico privo di scrupoli ed opportunista. I due si conoscono sulla spiaggia di Forte dei Marmi e sono attratti subito l'uno verso l'altra. La storia si snoda attraverso incontri e fughe dei due protagonisti, che a bordo della "Alfetta" di Roberta vagano sull'autostrada del sole, in motel, alberghi di lusso, in un panorama da miracolo economico. Roberta però non dimentica gli affari e, pensando di mettere a profitto le qualità di Franco, decide di comprare un garage e, dopo un consiglio di famiglia, lo sposa.Regista:Diplomato in regia presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica, esordì in teatro nel 1958, prima come assistente alla regia, poi come regista, svolgendo una intensa e interessante attività. Nel cinema cominciò a lavorare nel 1959 a fianco di Valerio Zurlini, come aiuto-regista in Estate violenta e successivamente come consceneggiatore in Cronaca familiare (1962). Nel 1963 esordì nella regia cinematografica con La bella di Lodi, su soggetto dello scrittore Alberto Arbasino, che rimane un'opera sostanzialmente fallita, pur non essendo priva di spunti originali e d'una certa carica corrosiva.
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Sandrine nella pioggia: l'incidente
03:17
Sandrine nella pioggia: l'incidente
Il ponte sul quale Lorenzo si ferma a riflettere sul tragico incidente avvenuto durante il conflitto a fuoco con dei malviventi è Ponte San Giorgio a Mantova (la vista è sul Castello di San Giorgio). Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Sandrine (Sara Forestier) è una ragazza seducente, una provocatrice dall'aria angelica e dai comportamenti equivoci, che con ogni tipo di astuzia femminile tenta di irretire il giovane Leonardo (Adriano Giannini). Lui è un ex poliziotto in prima linea che ha deciso di dedicarsi al lavoro d'ufficio, dopo aver ucciso una ragazza, tempo prima, nel tentativo di fermare alcuni banditi. Le intenzioni di Sandrine sono tutt'altro che innocenti. Si insinua di prepotenza nella vita privata dell'uomo, sconvolgendolo nel profondo e instillando in lui un desiderio vibrante. A far da cornice un mondo notturno, angusto, bagnato da una pioggia continua e scrosciante.
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La visita: l'incontro
02:16
La visita: l'incontro
La piazza in cui Pina (Sandra Milo) arriva con Adolfo (François Perier) è piazza Teofilo Folengo, a San Benedetto Po, nella provincia di Mantova, in Lombardia. Nella piazza si trova la splendida Abbazia di San Benedetto in Polirone, un immenso complesso di edifici monastici che include una chiesa e dei chiostri. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Da un racconto di Carlo Cassola, il film segue l'incontro tra Pina, impiegata trentaseienne presso il consorzio agrario di un paese in riva al Po, e Adolfo, commesso quantaquattrenne in una libreria di Roma. Si tratta del primo appuntamento tra i due, conosciutisi per corrispondenza grazie a un annuncio pubblicato da Pina su una rivista. Non più giovanissimi, entrambi cercano una sistemaziona affettiva, ma scopriranno ben presto che una vita in comune sarebbe impossibile. Commedia all'italiana che offre uno spaccato amaro dell'Italia contadina e di quella del boom economico. Regista: Lo scrittore e regista Antonio Pietrangeli (1919-1968) è stato uno degli importanti innovatori del cinema italiano degli anni Cinquanta e Sessanta, poco conosciuto in Germania. Quando morì in un incidente durante le riprese all’età di 49 anni, il suo lavoro aveva appena raggiunto il culmine nella sua carriera con l’ultimo film realizzato, Io la conoscevo bene (1965). Inizialmente ome critico cinematografico Pietrangeli si impegna per una rinascita del cinema italiano nel segno del neorealismo, un termine a lui stesso attribuito. Al film inizia a lavorare  come assistente alla regia e co-sceneggiatore, collaborando, tra gli altri, con Luchino Visconti, Roberto Rossellini, Pietro Germi. l 1953, Il sole negli occhi, il suo primo film da regista, affronta il tema centrale della sua filmografia: il rapporto squilibrato tra i sessi e la realtà della vita delle donne. In uno stile moderno e indipendente, ha unito la critica sociale e il dramma con l’intrattenimento; i suoi film, per lo più raccontati da una prospettiva femminile, sono commedie con un sottofondo malinconico.
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Il vedovo: la Torre Velasca
02:24
Il vedovo: la Torre Velasca
Le immagini che accompagnano i titoli di testa sono quelle della casa della coppia formata da Alberto e di sua moglie Elvira, l’edificio ripreso è la Torre Velasca a Milano. Guarda il film completo su www.thefilmclub.it Sinossi: Alberto Nardi è un industriale romano sposato con la ricchissima Elvira Almiraghi, un'abile donna d'affari che lo tiranneggia e gli rinfaccia continuamente la sua incapacità a gestire il denaro. Ma poi, per una fatale casualità, il treno su cui viaggia Elvira ha un incidente e fra i passeggeri non rimangono superstiti; Alberto, convinto di essere rimasto vedovo, si dà alla pazza gioia, fino a quando sua moglie non ricompare...Regista:Regista. Considerato uno dei padri della commedia all'italiana - è stato definito 'il Billy Wilder di casa nostra' - ha contribuito al successo di attori come Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi. Figlio di un medico, si laurea in Medicina e si specializza in Psichiatria, ma ben presto abbandona la professione per dedicarsi al cinema al seguito dei suoi amici Mario Soldati e Alberto Lattuada. Dopo l'8 settembre del '43 si rifugia in Svizzera dove frequenta il corso di regia tenuto da Jacques Feyder. Tornato a Milano collabora come critico cinematografico sul quotidiano 'Milano sera' e inizia a girare documentari. Nel 1952 debutta nella regia cinematografica con "Vacanze col gangster". Tra i film che hanno contribuito maggiormente al suo successo, anche a livello internazionale, "Poveri ma belli" (1957), "Il sorpasso" (1962), "I mostri" (1963) e soprattutto "Profumo di donna" (1974). Grazie a quest'ultimo ottiene il David di Donatello per la miglior regia e a Cannes la candidatura alla Palma d'oro (Vittorio Gassman viene invece premiato come miglior attore). Il film riceve anche due nomination all'Oscar: per la miglior sceneggiatura e come miglior film straniero, in Francia gli viene assegnato il César nella stessa categoria e nel 1992 ne è stato fatto un remake con Al Pacino protagonista. Nel 2002 alla 59ma Mostra del Cinema di Venezia gli viene assegnato il Leone d'oro alla carriera. Dalla moglie Claudia, svizzera, ha avuto i figli Marco e Claudio, anche loro impegnati nel cinema, il primo come regista e il secondo come produttore. Suo fratello Nelo, come lui, dopo gli studi di medicina e poi di psichiatria, si è dedicato alla regia. E' morto a Roma nel residence Aldovrandi, davanti a Villa Borghese, dove viveva da molti anni.
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Il vedovo: in banca
00:42
Il vedovo: in banca
La banca dove Sordi va a chiedere il prestito al direttore per pagare i creditori che lo aspettano fuori, è la sede della Banca Commerciale, si trova in Piazza della Scala a Milano, accanto al famoso teatro. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi: Alberto Nardi è un industriale romano sposato con la ricchissima Elvira Almiraghi, un'abile donna d'affari che lo tiranneggia e gli rinfaccia continuamente la sua incapacità a gestire il denaro. Ma poi, per una fatale casualità, il treno su cui viaggia Elvira ha un incidente e fra i passeggeri non rimangono superstiti; Alberto, convinto di essere rimasto vedovo, si dà alla pazza gioia, fino a quando sua moglie non ricompare...Regista:Regista. Considerato uno dei padri della commedia all'italiana - è stato definito 'il Billy Wilder di casa nostra' - ha contribuito al successo di attori come Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi. Figlio di un medico, si laurea in Medicina e si specializza in Psichiatria, ma ben presto abbandona la professione per dedicarsi al cinema al seguito dei suoi amici Mario Soldati e Alberto Lattuada. Dopo l'8 settembre del '43 si rifugia in Svizzera dove frequenta il corso di regia tenuto da Jacques Feyder. Tornato a Milano collabora come critico cinematografico sul quotidiano 'Milano sera' e inizia a girare documentari. Nel 1952 debutta nella regia cinematografica con "Vacanze col gangster". Tra i film che hanno contribuito maggiormente al suo successo, anche a livello internazionale, "Poveri ma belli" (1957), "Il sorpasso" (1962), "I mostri" (1963) e soprattutto "Profumo di donna" (1974). Grazie a quest'ultimo ottiene il David di Donatello per la miglior regia e a Cannes la candidatura alla Palma d'oro (Vittorio Gassman viene invece premiato come miglior attore). Il film riceve anche due nomination all'Oscar: per la miglior sceneggiatura e come miglior film straniero, in Francia gli viene assegnato il César nella stessa categoria e nel 1992 ne è stato fatto un remake con Al Pacino protagonista. Nel 2002 alla 59ma Mostra del Cinema di Venezia gli viene assegnato il Leone d'oro alla carriera. Dalla moglie Claudia, svizzera, ha avuto i figli Marco e Claudio, anche loro impegnati nel cinema, il primo come regista e il secondo come produttore. Suo fratello Nelo, come lui, dopo gli studi di medicina e poi di psichiatria, si è dedicato alla regia. E' morto a Roma nel residence Aldovrandi, davanti a Villa Borghese, dove viveva da molti anni.
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Liberi armati pericolosi: l'inizio
02:00
Liberi armati pericolosi: l'inizio
Nei titoli di testa del film si scorge Galleria Vittorio Emanuele II e Piazza del Duomo. Guarda il film completo su www.thefilmclub.it Sinossi: Il 'biondo', Giò e Luis, tre ragazzi della media borghesia milanese, rapinano un benzinaio lasciando sul terreno quattro cadaveri, di cui due poliziotti (gli agenti si trovavano sul posto avvisati da Lea la ragazza di Luis). Tocca poi a una banca: due i morti. Infine, è la volta di un supermercato, cui danno l'assalto con un gruppo di amici di cui poi, compiuto il colpo, si liberano uccidendoli. Mentre la polizia blocca le uscite da Milano, il 'biondo' - che ha costretto Lea ad unirsi a loro - cerca di procurarsi passaporti falsi ma la mala glieli rifiuta. La polizia riesce finalmente ad agganciare i tre criminali, ma un incidente interrompe l'inseguimento. Abbandonata una delle tante auto rubate, il 'biondo' e gli altri superano, attraversando i campi, i posti di blocco finché incappano, affamati, in due campeggiatori che tentano di derubare. Uno di essi reagisce tentando di strangolare Giò ma il 'biondo' spara e lo ammazza. L'altro campeggiatore fa poi la stessa fine. Intanto, la polizia ha sguinzagliato i cani. Rimasto indietro, Giò muore azzannato mentre il 'biondo' scappa in auto con Luis (Lea, grazie al fidanzato è rimasta a terra). Appostata sull'autostrada, la polizia è sicura di prenderli ma Luis benché il 'biondo' gli abbia puntato una pistola alla tempia, sterza bruscamente.
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Liberi armati pericolosi: la rapina
06:04
Liberi armati pericolosi: la rapina
Il benzinaio rapinato da Mario, Giovanni e Luigi era in Piazza Sempione, a Milano. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Il 'biondo', Giò e Luis, tre ragazzi della media borghesia milanese, rapinano un benzinaio lasciando sul terreno quattro cadaveri, di cui due poliziotti (gli agenti si trovavano sul posto avvisati da Lea la ragazza di Luis). Tocca poi a una banca: due i morti. Infine, è la volta di un supermercato, cui danno l'assalto con un gruppo di amici di cui poi, compiuto il colpo, si liberano uccidendoli. Mentre la polizia blocca le uscite da Milano, il 'biondo' - che ha costretto Lea ad unirsi a loro - cerca di procurarsi passaporti falsi ma la mala glieli rifiuta. La polizia riesce finalmente ad agganciare i tre criminali, ma un incidente interrompe l'inseguimento. Abbandonata una delle tante auto rubate, il 'biondo' e gli altri superano, attraversando i campi, i posti di blocco finché incappano, affamati, in due campeggiatori che tentano di derubare. Uno di essi reagisce tentando di strangolare Giò ma il 'biondo' spara e lo ammazza. L'altro campeggiatore fa poi la stessa fine. Intanto, la polizia ha sguinzagliato i cani. Rimasto indietro, Giò muore azzannato mentre il 'biondo' scappa in auto con Luis (Lea, grazie al fidanzato è rimasta a terra). Appostata sull'autostrada, la polizia è sicura di prenderli ma Luis benché il 'biondo' gli abbia puntato una pistola alla tempia, sterza bruscamente.
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Liberi armati pericolosi: il posto di blocco
01:41
Liberi armati pericolosi: il posto di blocco
Il posto di blocco della Polizia che ferma l’auto dei tre rapinatori è sull’Alzaia Naviglio Grande, nei pressi di Via San Cristoforo, a Milano. Guarda il film completo su www.thefilmclub.it Sinossi: Il 'biondo', Giò e Luis, tre ragazzi della media borghesia milanese, rapinano un benzinaio lasciando sul terreno quattro cadaveri, di cui due poliziotti (gli agenti si trovavano sul posto avvisati da Lea la ragazza di Luis). Tocca poi a una banca: due i morti. Infine, è la volta di un supermercato, cui danno l'assalto con un gruppo di amici di cui poi, compiuto il colpo, si liberano uccidendoli. Mentre la polizia blocca le uscite da Milano, il 'biondo' - che ha costretto Lea ad unirsi a loro - cerca di procurarsi passaporti falsi ma la mala glieli rifiuta. La polizia riesce finalmente ad agganciare i tre criminali, ma un incidente interrompe l'inseguimento. Abbandonata una delle tante auto rubate, il 'biondo' e gli altri superano, attraversando i campi, i posti di blocco finché incappano, affamati, in due campeggiatori che tentano di derubare. Uno di essi reagisce tentando di strangolare Giò ma il 'biondo' spara e lo ammazza. L'altro campeggiatore fa poi la stessa fine. Intanto, la polizia ha sguinzagliato i cani. Rimasto indietro, Giò muore azzannato mentre il 'biondo' scappa in auto con Luis (Lea, grazie al fidanzato è rimasta a terra). Appostata sull'autostrada, la polizia è sicura di prenderli ma Luis benché il 'biondo' gli abbia puntato una pistola alla tempia, sterza bruscamente.  
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Liberi armati pericolosi: il prestito dell'auto
01:05
Liberi armati pericolosi: il prestito dell'auto
Il piazzale in cui Mario, Giovanni e Luigi si fanno prestare l’auto per recarsi da Lucio è Piazzale Angelo Moratti, dove c’è lo stadio San Siro a Milano. Guarda il film completo su www.thefilmclub.it Sinossi: Il 'biondo', Giò e Luis, tre ragazzi della media borghesia milanese, rapinano un benzinaio lasciando sul terreno quattro cadaveri, di cui due poliziotti (gli agenti si trovavano sul posto avvisati da Lea la ragazza di Luis). Tocca poi a una banca: due i morti. Infine, è la volta di un supermercato, cui danno l'assalto con un gruppo di amici di cui poi, compiuto il colpo, si liberano uccidendoli. Mentre la polizia blocca le uscite da Milano, il 'biondo' - che ha costretto Lea ad unirsi a loro - cerca di procurarsi passaporti falsi ma la mala glieli rifiuta. La polizia riesce finalmente ad agganciare i tre criminali, ma un incidente interrompe l'inseguimento. Abbandonata una delle tante auto rubate, il 'biondo' e gli altri superano, attraversando i campi, i posti di blocco finché incappano, affamati, in due campeggiatori che tentano di derubare. Uno di essi reagisce tentando di strangolare Giò ma il 'biondo' spara e lo ammazza. L'altro campeggiatore fa poi la stessa fine. Intanto, la polizia ha sguinzagliato i cani. Rimasto indietro, Giò muore azzannato mentre il 'biondo' scappa in auto con Luis (Lea, grazie al fidanzato è rimasta a terra). Appostata sull'autostrada, la polizia è sicura di prenderli ma Luis benché il 'biondo' gli abbia puntato una pistola alla tempia, sterza bruscamente.  
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Venga a prendere il caffè da noi: il primo sguardo
01:41
Venga a prendere il caffè da noi: il primo sguardo
La chiesa nella quale Emerenziano Paronzini, durante la messa, mette per la prima volta gli occhi sulle tre sorelle Tettamanzi è la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, situata in Piazza IV Novembre a Cuvio (Varese). Guarda il film completo su www.thefilmclub.it Sinossi:Emerenziano Paronzini, vice-capo servizio nell'ufficio Distrettuale delle Imposte di una piccola città, decide, in età matura, di sposarsi. La sua attenzione si sofferma sulle tre sorelle Tettamanzi - Tarsilia, Camilla e Fortunata - e al termine di un'attenta riflessione sceglie come consorte quest'ultima. Dopo il viaggio di nozze, Emerenziano si stabilisce in casa Tettamanzi come signore e padrone, coccolato e riverito dalle tre sorelle e dalla domestica Caterina. Con l'andar del tempo, senza turbare l'armonia che regna nella casa e senza trascurare la moglie, diviene amante di Camilla e Tarsilia, alle quali fa visita di notte, a turni regolari. Una notte, al termine di una lauta libagione, dopo essere passato nelle stanze delle tre sorelle, Emerenziano si sente attratto anche da Caterina, ma mentre si accinge ad avere una relazione con lei viene colto da malore.Regista:Regista, sceneggiatore, critico. Figlio del musicista Felice, assiste fin da bambino alle rappresentazioni musicali che si tengono alla Scala di Milano e resta affascinato specialmente dalle reazioni degli spettatori. Si laurea in architettura, per cui nel mondo del cinema, dove sono tutti 'dottori', verrà poi sempre chiamato "l'architetto", ma durante gli anni dell'università i suoi interessi si dirigono verso le arti visive. Collabora a diverse riviste scrivendo di letteratura e poesia e pubblicando articoli e racconti. Il primo obiettivo con il quale osserva la realtàè quello fotografico e nel 1941 raccoglie i suoi scatti ne "L'occhio quadrato". Cinefilo convinto, durante gli anni Trenta organizza rassegne cinematografiche e si impegna per la conservazione delle vecchie pellicole, altrimenti destinate al macero, fondando insieme a Mario Ferrari e a Gianni Comencini, frartello del regista Luigi, la Cineteca Italiana di Milano. Il suo primo contatto con il mondo del cinema avviene nel 1933 quando realizza la scenografia per il cortometraggio "Cuore rivelatore" di Alberto Mondadori. Assecondando la sua passione per il cinema, inizia a recensire i film per "Libro e Moschetto", fonda il periodico "Camminare" e, insieme a Luigi Comencini, entra a far parte del gruppo antifascista che gravita intorno alla rivista "Corrente". Negli anni Quaranta collabora con Mario Baffico, Ferdinando Maria Poggioli e scrive insieme a Mario Soldati la sceneggiatura di "Piccolo mondo antico" (1941). Nel 1943 debutta dietro la macchina da presa con "Giacomo l'idealista" di cui scrive anche la sceneggiatura. Questo film segna un triplo esordio: quello del regista, del produttore Carlo Ponti e dell'attrice Marina Berti. La sua figura di intellettuale colto e aperto alle suggestioni straniere attraversa la stagione del neorealismo e nel 1946 firma la rilettura del gangster movie americano, "Il bandito", interpretato da Carla del Poggio, la protagonista di "Maddalena zero in condotta", divenuta sua moglie dall'anno precedente. Nel 1950 insieme a Federico Fellini, autore del soggetto, dirige "Luci del varietà", di cui sono entrambi produttori associati e sceneggiatori con Pinelli (e, non accreditato, Ennio Flaiano). Nel 1951 il suo "Anna" con Silvana Mangano, esce dai confini italiani e viene ampiamente applaudito anche in America. Per tutta la sua carriera, ha diretto o scritto più di quaranta film, è in grado di spaziare attraverso tutti i generi, dagli adattamenti di opere letterarie, ai melodrammi e ai film venati di lieve erotismo. Si è distinto anche come un regista attento ai propri attori, capace di estrarre il meglio dalla loro recitazione. E' considerato anche un grande scopritore di talenti, soprattutto di giovanissime attrice. E' lui a lanciare nel 1957 in 'Guendalina' la francesina Jacqueline Sassard e con 'I dolci inganni' nel 1960 Catherine Spaak per cui conia il termine 'ninfetta' entrato poi nell'uso comune. Negli anni Ottanta si dedica molto anche alla televisione e dirige il kolossal di grande successo "Cristoforo Colombo" (1985) e la miniserie "Due fratelli" (1987). Nel 1994 fa la sua ultima apparizione da attore nel film "Il toro" di Carlo Mazzacurati, interpretando un burbero uomo d'affari. Sempre assistito dalla moglie, dopo una lunga malattia muore nella sua casa di campagna alle porte di Roma.
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Venga a prendere il caffè da noi: al lago
01:00
Venga a prendere il caffè da noi: al lago
Il battello preso da Emerenziano Paronzini gira proprio sul Lago Maggiore. Guarda il film completo su www.thefilmclub.it Sinossi:Emerenziano Paronzini, vice-capo servizio nell'ufficio Distrettuale delle Imposte di una piccola città, decide, in età matura, di sposarsi. La sua attenzione si sofferma sulle tre sorelle Tettamanzi - Tarsilia, Camilla e Fortunata - e al termine di un'attenta riflessione sceglie come consorte quest'ultima. Dopo il viaggio di nozze, Emerenziano si stabilisce in casa Tettamanzi come signore e padrone, coccolato e riverito dalle tre sorelle e dalla domestica Caterina. Con l'andar del tempo, senza turbare l'armonia che regna nella casa e senza trascurare la moglie, diviene amante di Camilla e Tarsilia, alle quali fa visita di notte, a turni regolari. Una notte, al termine di una lauta libagione, dopo essere passato nelle stanze delle tre sorelle, Emerenziano si sente attratto anche da Caterina, ma mentre si accinge ad avere una relazione con lei viene colto da malore.Regista:Regista, sceneggiatore, critico. Figlio del musicista Felice, assiste fin da bambino alle rappresentazioni musicali che si tengono alla Scala di Milano e resta affascinato specialmente dalle reazioni degli spettatori. Si laurea in architettura, per cui nel mondo del cinema, dove sono tutti 'dottori', verrà poi sempre chiamato "l'architetto", ma durante gli anni dell'università i suoi interessi si dirigono verso le arti visive. Collabora a diverse riviste scrivendo di letteratura e poesia e pubblicando articoli e racconti. Il primo obiettivo con il quale osserva la realtàè quello fotografico e nel 1941 raccoglie i suoi scatti ne "L'occhio quadrato". Cinefilo convinto, durante gli anni Trenta organizza rassegne cinematografiche e si impegna per la conservazione delle vecchie pellicole, altrimenti destinate al macero, fondando insieme a Mario Ferrari e a Gianni Comencini, frartello del regista Luigi, la Cineteca Italiana di Milano. Il suo primo contatto con il mondo del cinema avviene nel 1933 quando realizza la scenografia per il cortometraggio "Cuore rivelatore" di Alberto Mondadori. Assecondando la sua passione per il cinema, inizia a recensire i film per "Libro e Moschetto", fonda il periodico "Camminare" e, insieme a Luigi Comencini, entra a far parte del gruppo antifascista che gravita intorno alla rivista "Corrente". Negli anni Quaranta collabora con Mario Baffico, Ferdinando Maria Poggioli e scrive insieme a Mario Soldati la sceneggiatura di "Piccolo mondo antico" (1941). Nel 1943 debutta dietro la macchina da presa con "Giacomo l'idealista" di cui scrive anche la sceneggiatura. Questo film segna un triplo esordio: quello del regista, del produttore Carlo Ponti e dell'attrice Marina Berti. La sua figura di intellettuale colto e aperto alle suggestioni straniere attraversa la stagione del neorealismo e nel 1946 firma la rilettura del gangster movie americano, "Il bandito", interpretato da Carla del Poggio, la protagonista di "Maddalena zero in condotta", divenuta sua moglie dall'anno precedente. Nel 1950 insieme a Federico Fellini, autore del soggetto, dirige "Luci del varietà", di cui sono entrambi produttori associati e sceneggiatori con Pinelli (e, non accreditato, Ennio Flaiano). Nel 1951 il suo "Anna" con Silvana Mangano, esce dai confini italiani e viene ampiamente applaudito anche in America. Per tutta la sua carriera, ha diretto o scritto più di quaranta film, è in grado di spaziare attraverso tutti i generi, dagli adattamenti di opere letterarie, ai melodrammi e ai film venati di lieve erotismo. Si è distinto anche come un regista attento ai propri attori, capace di estrarre il meglio dalla loro recitazione. E' considerato anche un grande scopritore di talenti, soprattutto di giovanissime attrice. E' lui a lanciare nel 1957 in 'Guendalina' la francesina Jacqueline Sassard e con 'I dolci inganni' nel 1960 Catherine Spaak per cui conia il termine 'ninfetta' entrato poi nell'uso comune. Negli anni Ottanta si dedica molto anche alla televisione e dirige il kolossal di grande successo "Cristoforo Colombo" (1985) e la miniserie "Due fratelli" (1987). Nel 1994 fa la sua ultima apparizione da attore nel film "Il toro" di Carlo Mazzacurati, interpretando un burbero uomo d'affari. Sempre assistito dalla moglie, dopo una lunga malattia muore nella sua casa di campagna alle porte di Roma.
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Venga a prendere il caffè da noi: le tre sorelle
05:24
Venga a prendere il caffè da noi: le tre sorelle
La villa dove abitano le tre sorelle Tettamanzi e nella quale Emerenziano Paronzini si trasferirà ad abitare dopo il matrimonio con Fortunata è Villa Battaglia a Varese. Guarda il film completo su www.thefilmclub.it Sinossi:Emerenziano Paronzini, vice-capo servizio nell'ufficio Distrettuale delle Imposte di una piccola città, decide, in età matura, di sposarsi. La sua attenzione si sofferma sulle tre sorelle Tettamanzi - Tarsilia, Camilla e Fortunata - e al termine di un'attenta riflessione sceglie come consorte quest'ultima. Dopo il viaggio di nozze, Emerenziano si stabilisce in casa Tettamanzi come signore e padrone, coccolato e riverito dalle tre sorelle e dalla domestica Caterina. Con l'andar del tempo, senza turbare l'armonia che regna nella casa e senza trascurare la moglie, diviene amante di Camilla e Tarsilia, alle quali fa visita di notte, a turni regolari. Una notte, al termine di una lauta libagione, dopo essere passato nelle stanze delle tre sorelle, Emerenziano si sente attratto anche da Caterina, ma mentre si accinge ad avere una relazione con lei viene colto da malore.Regista:Regista, sceneggiatore, critico. Figlio del musicista Felice, assiste fin da bambino alle rappresentazioni musicali che si tengono alla Scala di Milano e resta affascinato specialmente dalle reazioni degli spettatori. Si laurea in architettura, per cui nel mondo del cinema, dove sono tutti 'dottori', verrà poi sempre chiamato "l'architetto", ma durante gli anni dell'università i suoi interessi si dirigono verso le arti visive. Collabora a diverse riviste scrivendo di letteratura e poesia e pubblicando articoli e racconti. Il primo obiettivo con il quale osserva la realtàè quello fotografico e nel 1941 raccoglie i suoi scatti ne "L'occhio quadrato". Cinefilo convinto, durante gli anni Trenta organizza rassegne cinematografiche e si impegna per la conservazione delle vecchie pellicole, altrimenti destinate al macero, fondando insieme a Mario Ferrari e a Gianni Comencini, frartello del regista Luigi, la Cineteca Italiana di Milano. Il suo primo contatto con il mondo del cinema avviene nel 1933 quando realizza la scenografia per il cortometraggio "Cuore rivelatore" di Alberto Mondadori. Assecondando la sua passione per il cinema, inizia a recensire i film per "Libro e Moschetto", fonda il periodico "Camminare" e, insieme a Luigi Comencini, entra a far parte del gruppo antifascista che gravita intorno alla rivista "Corrente". Negli anni Quaranta collabora con Mario Baffico, Ferdinando Maria Poggioli e scrive insieme a Mario Soldati la sceneggiatura di "Piccolo mondo antico" (1941). Nel 1943 debutta dietro la macchina da presa con "Giacomo l'idealista" di cui scrive anche la sceneggiatura. Questo film segna un triplo esordio: quello del regista, del produttore Carlo Ponti e dell'attrice Marina Berti. La sua figura di intellettuale colto e aperto alle suggestioni straniere attraversa la stagione del neorealismo e nel 1946 firma la rilettura del gangster movie americano, "Il bandito", interpretato da Carla del Poggio, la protagonista di "Maddalena zero in condotta", divenuta sua moglie dall'anno precedente. Nel 1950 insieme a Federico Fellini, autore del soggetto, dirige "Luci del varietà", di cui sono entrambi produttori associati e sceneggiatori con Pinelli (e, non accreditato, Ennio Flaiano). Nel 1951 il suo "Anna" con Silvana Mangano, esce dai confini italiani e viene ampiamente applaudito anche in America. Per tutta la sua carriera, ha diretto o scritto più di quaranta film, è in grado di spaziare attraverso tutti i generi, dagli adattamenti di opere letterarie, ai melodrammi e ai film venati di lieve erotismo. Si è distinto anche come un regista attento ai propri attori, capace di estrarre il meglio dalla loro recitazione. E' considerato anche un grande scopritore di talenti, soprattutto di giovanissime attrice. E' lui a lanciare nel 1957 in 'Guendalina' la francesina Jacqueline Sassard e con 'I dolci inganni' nel 1960 Catherine Spaak per cui conia il termine 'ninfetta' entrato poi nell'uso comune. Negli anni Ottanta si dedica molto anche alla televisione e dirige il kolossal di grande successo "Cristoforo Colombo" (1985) e la miniserie "Due fratelli" (1987). Nel 1994 fa la sua ultima apparizione da attore nel film "Il toro" di Carlo Mazzacurati, interpretando un burbero uomo d'affari. Sempre assistito dalla moglie, dopo una lunga malattia muore nella sua casa di campagna alle porte di Roma.
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L'immoralità: i poliziotti
00:52
L'immoralità: i poliziotti
La piazza dove la donna bionda del film viene presa in giro dai poliziotti "trucidi" è la celebre Piazza Ducale a Vigevano vista dalla parte di via XX Settembre. Guarda il film completo su www.thefilmclub.it Sinossi:Simona è una bambina di dodici anni che vive in casa con il padre costretto su di una sedia a rotelle e la madre, Vera, che se non litiga con il marito, intrattiene relazioni extraconiugali con altri uomini. Simona se non passa il tempo in casa a spiare cosa facciano i genitori, è a giocare nel parco che circonda la sua abitazione. Soccorre un giorno Federico, un giovane ferito che fugge dalla polizia per aver violentato e ucciso una bambina. Vera troverà l`uomo in casa e cercherà di servirsene per far uccidere il marito. Intanto le indagini della polizia proseguono e tutto sembra condurli presso la casa di Simona.Regista:Massimo Pirri (Campagnano Romano, Roma, 10 novembre 1945 – Roma, 21 giugno 2001) è stato il cantore ideale e arrabbiato di un trapasso in cui l’industria cinematografica s’inchinava definitivamente alla televisione, i film di genere sparivano improvvisamente e quelli presunti d’autore cominciavano a guardare il proprio ombelico. Interprete di qualche film in piccoli ruoli, dopo gli studi universitari d’Ingegneria, Pirri lavora come aiuto di Luciano Emmer e Folco Quilici. Esordisce come documentarista nel 1972 con La mattanza e successivamente con altri documentari quali La cooperazione, I laghi d’Italia, Concerto per paesaggio e uomo. «Dopo una crisi personale che, credo, ha risolto la contraddizione di fondo fra i miei studi di tipo matematico e l’ambiente culturale, letterario in cui sono vissuto e nel quale, tutt’ora, mi riconosco», raccontava il regista in un’intervista al critico Claudio Trionfera, «Dopo la crisi, la scelta di esprimermi attraverso le immagini anziché con i numeri. Tutto il resto, nel cinema voglio dire, è nato da solo: questo film [Càlamo, nd.r.] l’ho costruito per mio conto con la collaborazione di Benedetto Conversi e, ovviamente, della cooperativa che lo ha prodotto; intesa, questa ultima, come apporto di ogni socio alla realizzazione del soggetto e non solo, quindi, limitata all’aspetto economico […]. Arrivo a Càlamo dopo essere stato aiuto di alcuni registi». E sin dal suo esordio, Càlamo, girato in soli otto settimane, Pirri prende di mira una borghesia pateticamente trasgressiva con un montaggio impostato come un teorema matematico, ricorrendo cioè al regolare alternarsi del bianco-nero e colore e talvolta alla ripetizione delle stesse immagini. Con Italia: ultimo atto? analizza “in diretta” gli anni di piombo, utilizzando il linguaggio del “poliziottesco” per straniarlo dai suoi contenuti spettacolari… su tutto domina il disincanto. L’immoralità è invece il cosiddetto colpo di grazia a una società borghese ormai alla deriva, ma la critica rifiuta e lo stronca. Attratto da tematiche scomode, dure, estreme, Pirri «con Eroina si addentra nel “tunnel” (titolo alternativo della sua opera) del mondo del vizio. Meglio baciare un cobra, un film di genere, è visto da pochissimi» (Poppi). Insieme a Meglio baciare un cobra, il suo ultimo lavoro è un documentario dedicato a Tonino Guerra dal titolo Il mestiere dello sceneggiatore (1986). Un sentito ringraziamento va al Gruppo Editoriale Minerva Raro Video che nel 2006 restaurò digitalmente uno dei film più significativi del regista, L’immoralità, e che in tale omaggio ha consentito la visione in dvd.
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L'immoralità: i fatti criminali
01:21
L'immoralità: i fatti criminali
La via in cui la gente s'affolla, commentando sdegnosamente i fatti criminali dell'assassino pedofilo e da dove parte la volante dei carabinieri alla ricerca del colpevole è Via XX settembre, vicino il centro  storico a Vigevano. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Simona è una bambina di dodici anni che vive in casa con il padre costretto su di una sedia a rotelle e la madre, Vera, che se non litiga con il marito, intrattiene relazioni extraconiugali con altri uomini. Simona se non passa il tempo in casa a spiare cosa facciano i genitori, è a giocare nel parco che circonda la sua abitazione. Soccorre un giorno Federico, un giovane ferito che fugge dalla polizia per aver violentato e ucciso una bambina. Vera troverà l`uomo in casa e cercherà di servirsene per far uccidere il marito. Intanto le indagini della polizia proseguono e tutto sembra condurli presso la casa di Simona.Regista:Massimo Pirri (Campagnano Romano, Roma, 10 novembre 1945 – Roma, 21 giugno 2001) è stato il cantore ideale e arrabbiato di un trapasso in cui l’industria cinematografica s’inchinava definitivamente alla televisione, i film di genere sparivano improvvisamente e quelli presunti d’autore cominciavano a guardare il proprio ombelico. Interprete di qualche film in piccoli ruoli, dopo gli studi universitari d’Ingegneria, Pirri lavora come aiuto di Luciano Emmer e Folco Quilici. Esordisce come documentarista nel 1972 con La mattanza e successivamente con altri documentari quali La cooperazione, I laghi d’Italia, Concerto per paesaggio e uomo. «Dopo una crisi personale che, credo, ha risolto la contraddizione di fondo fra i miei studi di tipo matematico e l’ambiente culturale, letterario in cui sono vissuto e nel quale, tutt’ora, mi riconosco», raccontava il regista in un’intervista al critico Claudio Trionfera, «Dopo la crisi, la scelta di esprimermi attraverso le immagini anziché con i numeri. Tutto il resto, nel cinema voglio dire, è nato da solo: questo film [Càlamo, nd.r.] l’ho costruito per mio conto con la collaborazione di Benedetto Conversi e, ovviamente, della cooperativa che lo ha prodotto; intesa, questa ultima, come apporto di ogni socio alla realizzazione del soggetto e non solo, quindi, limitata all’aspetto economico […]. Arrivo a Càlamo dopo essere stato aiuto di alcuni registi». E sin dal suo esordio, Càlamo, girato in soli otto settimane, Pirri prende di mira una borghesia pateticamente trasgressiva con un montaggio impostato come un teorema matematico, ricorrendo cioè al regolare alternarsi del bianco-nero e colore e talvolta alla ripetizione delle stesse immagini. Con Italia: ultimo atto? analizza “in diretta” gli anni di piombo, utilizzando il linguaggio del “poliziottesco” per straniarlo dai suoi contenuti spettacolari… su tutto domina il disincanto. L’immoralità è invece il cosiddetto colpo di grazia a una società borghese ormai alla deriva, ma la critica rifiuta e lo stronca. Attratto da tematiche scomode, dure, estreme, Pirri «con Eroina si addentra nel “tunnel” (titolo alternativo della sua opera) del mondo del vizio. Meglio baciare un cobra, un film di genere, è visto da pochissimi» (Poppi). Insieme a Meglio baciare un cobra, il suo ultimo lavoro è un documentario dedicato a Tonino Guerra dal titolo Il mestiere dello sceneggiatore (1986). Un sentito ringraziamento va al Gruppo Editoriale Minerva Raro Video che nel 2006 restaurò digitalmente uno dei film più significativi del regista, L’immoralità, e che in tale omaggio ha consentito la visione in dvd.
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L'immoralità: il rifugio
01:47
L'immoralità: il rifugio
L'edificio dove Federico, ferito dalla polizia, trova rifugio grazie all'incontro con Simona è all'interno di Villa Necchi alla Portalupa in Via Cavalier Vittorio Necchi a Gambolò. Guarda il film completo su www.thefilmclub.it Sinossi:Simona è una bambina di dodici anni che vive in casa con il padre costretto su di una sedia a rotelle e la madre, Vera, che se non litiga con il marito, intrattiene relazioni extraconiugali con altri uomini. Simona se non passa il tempo in casa a spiare cosa facciano i genitori, è a giocare nel parco che circonda la sua abitazione. Soccorre un giorno Federico, un giovane ferito che fugge dalla polizia per aver violentato e ucciso una bambina. Vera troverà l`uomo in casa e cercherà di servirsene per far uccidere il marito. Intanto le indagini della polizia proseguono e tutto sembra condurli presso la casa di Simona.Regista:Massimo Pirri (Campagnano Romano, Roma, 10 novembre 1945 – Roma, 21 giugno 2001) è stato il cantore ideale e arrabbiato di un trapasso in cui l’industria cinematografica s’inchinava definitivamente alla televisione, i film di genere sparivano improvvisamente e quelli presunti d’autore cominciavano a guardare il proprio ombelico. Interprete di qualche film in piccoli ruoli, dopo gli studi universitari d’Ingegneria, Pirri lavora come aiuto di Luciano Emmer e Folco Quilici. Esordisce come documentarista nel 1972 con La mattanza e successivamente con altri documentari quali La cooperazione, I laghi d’Italia, Concerto per paesaggio e uomo. «Dopo una crisi personale che, credo, ha risolto la contraddizione di fondo fra i miei studi di tipo matematico e l’ambiente culturale, letterario in cui sono vissuto e nel quale, tutt’ora, mi riconosco», raccontava il regista in un’intervista al critico Claudio Trionfera, «Dopo la crisi, la scelta di esprimermi attraverso le immagini anziché con i numeri. Tutto il resto, nel cinema voglio dire, è nato da solo: questo film [Càlamo, nd.r.] l’ho costruito per mio conto con la collaborazione di Benedetto Conversi e, ovviamente, della cooperativa che lo ha prodotto; intesa, questa ultima, come apporto di ogni socio alla realizzazione del soggetto e non solo, quindi, limitata all’aspetto economico […]. Arrivo a Càlamo dopo essere stato aiuto di alcuni registi». E sin dal suo esordio, Càlamo, girato in soli otto settimane, Pirri prende di mira una borghesia pateticamente trasgressiva con un montaggio impostato come un teorema matematico, ricorrendo cioè al regolare alternarsi del bianco-nero e colore e talvolta alla ripetizione delle stesse immagini. Con Italia: ultimo atto? analizza “in diretta” gli anni di piombo, utilizzando il linguaggio del “poliziottesco” per straniarlo dai suoi contenuti spettacolari… su tutto domina il disincanto. L’immoralità è invece il cosiddetto colpo di grazia a una società borghese ormai alla deriva, ma la critica rifiuta e lo stronca. Attratto da tematiche scomode, dure, estreme, Pirri «con Eroina si addentra nel “tunnel” (titolo alternativo della sua opera) del mondo del vizio. Meglio baciare un cobra, un film di genere, è visto da pochissimi» (Poppi). Insieme a Meglio baciare un cobra, il suo ultimo lavoro è un documentario dedicato a Tonino Guerra dal titolo Il mestiere dello sceneggiatore (1986). Un sentito ringraziamento va al Gruppo Editoriale Minerva Raro Video che nel 2006 restaurò digitalmente uno dei film più significativi del regista, L’immoralità, e che in tale omaggio ha consentito la visione in dvd.
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Milano rovente: l'inizio
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Milano rovente: l'inizio
Nei titoli di coda vediamo in successione il Duomo di Milano, La piazza del duomo di Milano ed a seguire Via Fusinato (che al tempo, come si nota, era un parcheggio di qualche fabbrica), fra le stazioni Bovisa e Villapizzone. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Salvatore Cangemi, proprietario di una società di ortofrutta di giorno e magnaccia di notte, viene minacciato dall'apparizione di uno spietato gangster francese chiamato Le Capitaine che vuole unire il crimine organizzato a Milano per ottenere tutti i profitti. Totò non ha intenzione di far parte dell'organizzazione di Le Capitaine, e la loro rivalità  causa una sanguinosa guerra tra bande.Il Duomo di MilanoUna delle cattedrali più spettacolari e famose del mondo, nonché il simbolo indiscusso della città di Milano, in Italia. Con la sua straordinaria architettura gotica e la sua imponente presenza, il Duomo è una delle attrazioni principali per i visitatori provenienti da tutto il mondo. La costruzione del Duomo di Milano iniziò nel 1386 e richiese quasi 600 anni per essere completata. Numerosi architetti e artisti contribuirono alla sua realizzazione, portando alla fusione di diversi stili architettonici, ma mantenendo comunque una predominanza dell'architettura gotica. La facciata principale del Duomo è caratterizzata da una serie di guglie e archi finemente decorati, con una miriade di statue che raffigurano personaggi biblici, santi e angeli. Al centro della facciata si erge la maestosa statua dorata della Madonna, conosciuta come la Madonnina, che è diventata uno dei simboli più riconoscibili di Milano. L'interno del Duomo è altrettanto impressionante, con un'ampia navata centrale e numerose cappelle laterali ricche di opere d'arte e reliquie. Una delle attrazioni principali è il tesoro del Duomo, che ospita una collezione di gioielli e oggetti liturgici di grande valore. Ma forse uno degli aspetti più straordinari del Duomo di Milano è il suo tetto, che offre una vista panoramica mozzafiato sulla città. Salire sulla terrazza del Duomo significa affrontare una scalinata o utilizzare l'ascensore, ma la vista spettacolare dei tetti di Milano e la possibilità di ammirare da vicino le guglie e le decorazioni architettoniche del Duomo rendono l'esperienza indimenticabile. Il Duomo di Milano è anche un importante luogo di culto, con servizi religiosi regolari e celebrazioni speciali durante tutto l'anno. È anche il luogo in cui si tengono importanti eventi religiosi, come l'elezione dell'arcivescovo di Milano e la celebrazione del Natale. La cattedrale è circondata da una piazza spaziosa, conosciuta come Piazza del Duomo, che è uno dei luoghi di ritrovo principali per i milanesi e i turisti. La piazza è animata da negozi, caffè, ristoranti e vetrine alla moda, creando un'atmosfera vivace e cosmopolita. Il Duomo di Milano è un'opera di straordinaria bellezza e grandiosità, testimone della storia e della cultura di Milano. La sua presenza imponente nel cuore della città e la sua architettura spettacolare lo rendono un luogo di grande fascino e un'attrazione imperdibile per chi visita Milano.
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Milano rovente: gli ordini
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Milano rovente: gli ordini
Roger ordina ai suoi ragazzi di andare in missione. La villa di Roger Daverti (Philippe Leroy) è Villa Mellerio-Somaglia detta "Il Gernetto" a Lesmo (MB), di proprietà Fininvest. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Salvatore Cangemi, proprietario di una società di ortofrutta di giorno e magnaccia di notte, viene minacciato dall'apparizione di uno spietato gangster francese chiamato Le Capitaine che vuole unire il crimine organizzato a Milano per ottenere tutti i profitti. Totò non ha intenzione di far parte dell'organizzazione di Le Capitaine, e la loro rivalità causa una sanguinosa guerra tra bande.Il regista:Umberto Lenzi è stato un regista e sceneggiatore italiano, attivo nel mondo del cinema dal 1958 fino alla sua morte nel 2017. È considerato uno dei maestri del cinema di genere italiano, con una filmografia che spazia dal poliziesco all'horror, dal giallo all'avventura. Nato il 6 agosto 1931 a Massa Marittima, in Toscana, Lenzi si trasferì a Roma per studiare Giurisprudenza, ma la sua passione per il cinema lo portò presto a dedicarsi alla settima arte. Iniziò come assistente regista e sceneggiatore, lavorando con registi come Riccardo Freda e Vittorio Cottafavi. Negli anni '60, Lenzi si fece notare dirigendo diversi film polizieschi, diventando uno dei pionieri del genere. Opere come "La legge dei gangsters" (1969) e "Milano odia: la polizia non può sparare" (1974) riscossero successo sia in Italia che all'estero, contribuendo a definire gli stilemi del poliziottesco italiano. Nel corso della sua carriera, Lenzi si cimentò anche in altri generi cinematografici, come il giallo, con film come "Sette orchidee macchiate di rosso" (1972) e "Il gatto dagli occhi di giada" (1977), e l'horror, con opere come "Cannibal Ferox" (1981) e "Eaten Alive!" (1980). I suoi film horror sono spesso ricordati per la loro violenza e crudeltà, che ne fanno parte del sottogenere del cinema dei cannibali. Oltre al cinema di genere, Lenzi ha diretto anche film d'avventura come "Il tesoro di Rommel" (1975) e "Africa Express" (1976), che si ispiravano al successo dei film di Indiana Jones. Nonostante il suo lavoro sia spesso associato a una produzione di genere, Lenzi è stato elogiato per la sua maestria tecnica e la sua capacità di creare atmosfere intense e coinvolgenti. La sua versatilità come regista gli ha permesso di spaziare tra diversi generi e di lasciare un'impronta significativa nel cinema italiano. Umberto Lenzi ha contribuito in modo significativo alla storia del cinema italiano e ha influenzato numerosi registi successivi. Nonostante i suoi film siano stati spesso oggetto di dibattito per le loro tematiche controverse, Lenzi è ricordato come un regista che ha lasciato il segno nel panorama cinematografico italiano e internazionale.
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Milano rovente: visita alla mamma
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Milano rovente: visita alla mamma
La casa di cura dove vive la mamma (Elena Pantano) di Salvatore Cangemi (Antonio Sabàto) è Casa di riposo "La Residenza", situata in Via Paolo Lazzari 25 a Malnate (Varese). Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Salvatore Cangemi, proprietario di una società di ortofrutta di giorno e magnaccia di notte, viene minacciato dall'apparizione di uno spietato gangster francese chiamato Le Capitaine che vuole unire il crimine organizzato a Milano per ottenere tutti i profitti. Totò non ha intenzione di far parte dell'organizzazione di Le Capitaine, e la loro rivalità causa una sanguinosa guerra tra bande.Il regista:Umberto Lenzi è stato un regista e sceneggiatore italiano, attivo nel mondo del cinema dal 1958 fino alla sua morte nel 2017. È considerato uno dei maestri del cinema di genere italiano, con una filmografia che spazia dal poliziesco all'horror, dal giallo all'avventura. Nato il 6 agosto 1931 a Massa Marittima, in Toscana, Lenzi si trasferì a Roma per studiare Giurisprudenza, ma la sua passione per il cinema lo portò presto a dedicarsi alla settima arte. Iniziò come assistente regista e sceneggiatore, lavorando con registi come Riccardo Freda e Vittorio Cottafavi. Negli anni '60, Lenzi si fece notare dirigendo diversi film polizieschi, diventando uno dei pionieri del genere. Opere come "La legge dei gangsters" (1969) e "Milano odia: la polizia non può sparare" (1974) riscossero successo sia in Italia che all'estero, contribuendo a definire gli stilemi del poliziottesco italiano. Nel corso della sua carriera, Lenzi si cimentò anche in altri generi cinematografici, come il giallo, con film come "Sette orchidee macchiate di rosso" (1972) e "Il gatto dagli occhi di giada" (1977), e l'horror, con opere come "Cannibal Ferox" (1981) e "Eaten Alive!" (1980). I suoi film horror sono spesso ricordati per la loro violenza e crudeltà, che ne fanno parte del sottogenere del cinema dei cannibali. Oltre al cinema di genere, Lenzi ha diretto anche film d'avventura come "Il tesoro di Rommel" (1975) e "Africa Express" (1976), che si ispiravano al successo dei film di Indiana Jones. Nonostante il suo lavoro sia spesso associato a una produzione di genere, Lenzi è stato elogiato per la sua maestria tecnica e la sua capacità di creare atmosfere intense e coinvolgenti. La sua versatilità come regista gli ha permesso di spaziare tra diversi generi e di lasciare un'impronta significativa nel cinema italiano. Umberto Lenzi ha contribuito in modo significativo alla storia del cinema italiano e ha influenzato numerosi registi successivi. Nonostante i suoi film siano stati spesso oggetto di dibattito per le loro tematiche controverse, Lenzi è ricordato come un regista che ha lasciato il segno nel panorama cinematografico italiano e internazionale.
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Milano rovente: in aeroporto
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Milano rovente: in aeroporto
L'aeroporto dove Salvatore Cangemi va prendere Jasmine è quello di Malpensa, oggi Terminal 2, a Somma Lombardo (VA).Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Salvatore Cangemi, proprietario di una società di ortofrutta di giorno e magnaccia di notte, viene minacciato dall'apparizione di uno spietato gangster francese chiamato Le Capitaine che vuole unire il crimine organizzato a Milano per ottenere tutti i profitti. Tot? non ha intenzione di far parte dell'organizzazione di Le Capitaine, e la loro rivalità causa una sanguinosa guerra tra bande.Milano e la LombardiaMilano e la Lombardia sono due entità intrinsecamente collegate, che rappresentano uno dei motori economici, culturali e turistici dell'Italia. La città di Milano è la capitale della regione Lombardia e uno dei centri finanziari più importanti d'Europa. Con la sua storia millenaria, la sua architettura imponente e la sua vivace scena culturale, Milano attrae visitatori da tutto il mondo. La Lombardia, situata nel nord Italia, è la regione più popolosa e industrializzata del paese. È una regione ricca di contrasti, con una combinazione affascinante di città cosmopolite e splendide aree naturali. Milano, Brescia, Bergamo, Como e Cremona sono solo alcune delle città che fanno parte del ricco tessuto urbano lombardo. Milano è famosa per la sua moda e il design. È sede di importanti case di moda italiane, boutique di lusso, showroom di designer emergenti e la famosa Settimana della Moda di Milano. La città ospita anche la celebre opera La Scala, uno dei teatri d'opera più rinomati al mondo, nonché numerosi musei, gallerie d'arte e istituzioni culturali. La Lombardia è anche una regione ricca di storia e arte. È possibile visitare capolavori rinascimentali come il Cenacolo di Leonardo da Vinci a Milano o il Duomo di Cremona, famoso per la sua liuteria. La regione è anche famosa per i suoi meravigliosi laghi, come il Lago di Como, il Lago di Garda e il Lago Maggiore, che offrono paesaggi mozzafiato e attività all'aria aperta. Dal punto di vista economico, Milano e la Lombardia sono il cuore industriale e finanziario dell'Italia. La regione è leader in settori come la moda, il design, l'automotive, la tecnologia, la finanza e molti altri. È sede di numerose aziende internazionali, centri di ricerca e istituti accademici di prestigio. La cucina lombarda è rinomata per la sua varietà e raffinatezza. Piatti come i risotti, gli ossobuchi, i casoncelli e i panettoni sono solo alcune delle prelibatezze che si possono gustare in questa regione.
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Milano rovente: villa di Salvatore
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Milano rovente: villa di Salvatore
Salvatore Cangemi (Antonio Sabàto) e Jasmina (Marissa Mell)  sono nel giardino della villa di Cangemi che si trova in Via Miralago a Peschiera del Garda (Verona). Il giardino si affaccia su un canale che si getta nel Lago di Garda. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Salvatore Cangemi, proprietario di una società di ortofrutta di giorno e magnaccia di notte, viene minacciato dall'apparizione di uno spietato gangster francese chiamato Le Capitaine che vuole unire il crimine organizzato a Milano per ottenere tutti i profitti. Totò non ha intenzione di far parte dell'organizzazione di Le Capitaine, e la loro rivalità causa una sanguinosa guerra tra bande.Il regista:Umberto Lenzi è stato un regista e sceneggiatore italiano, attivo nel mondo del cinema dal 1958 fino alla sua morte nel 2017. È considerato uno dei maestri del cinema di genere italiano, con una filmografia che spazia dal poliziesco all'horror, dal giallo all'avventura. Nato il 6 agosto 1931 a Massa Marittima, in Toscana, Lenzi si trasferì a Roma per studiare Giurisprudenza, ma la sua passione per il cinema lo portò presto a dedicarsi alla settima arte. Iniziò come assistente regista e sceneggiatore, lavorando con registi come Riccardo Freda e Vittorio Cottafavi. Negli anni '60, Lenzi si fece notare dirigendo diversi film polizieschi, diventando uno dei pionieri del genere. Opere come "La legge dei gangsters" (1969) e "Milano odia: la polizia non può sparare" (1974) riscossero successo sia in Italia che all'estero, contribuendo a definire gli stilemi del poliziottesco italiano. Nel corso della sua carriera, Lenzi si cimentò anche in altri generi cinematografici, come il giallo, con film come "Sette orchidee macchiate di rosso" (1972) e "Il gatto dagli occhi di giada" (1977), e l'horror, con opere come "Cannibal Ferox" (1981) e "Eaten Alive!" (1980). I suoi film horror sono spesso ricordati per la loro violenza e crudeltà, che ne fanno parte del sottogenere del cinema dei cannibali. Oltre al cinema di genere, Lenzi ha diretto anche film d'avventura come "Il tesoro di Rommel" (1975) e "Africa Express" (1976), che si ispiravano al successo dei film di Indiana Jones. Nonostante il suo lavoro sia spesso associato a una produzione di genere, Lenzi è stato elogiato per la sua maestria tecnica e la sua capacità di creare atmosfere intense e coinvolgenti. La sua versatilità come regista gli ha permesso di spaziare tra diversi generi e di lasciare un'impronta significativa nel cinema italiano. Umberto Lenzi ha contribuito in modo significativo alla storia del cinema italiano e ha influenzato numerosi registi successivi. Nonostante i suoi film siano stati spesso oggetto di dibattito per le loro tematiche controverse, Lenzi è ricordato come un regista che ha lasciato il segno nel panorama cinematografico italiano e internazionale.
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Milano rovente: incontro di affari
00:31
Milano rovente: incontro di affari
Lino (Antonio Casagrande) va in Sicilia a contattare Billy Barone (Alessandro Sperlì): siamo a Forza D'Agrò (ME), davanti alla chiesa Madre della Santissima Annunziata.  Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Salvatore Cangemi, proprietario di una società di ortofrutta di giorno e magnaccia di notte, viene minacciato dall'apparizione di uno spietato gangster francese chiamato Le Capitaine che vuole unire il crimine organizzato a Milano per ottenere tutti i profitti. Totò non ha intenzione di far parte dell'organizzazione di Le Capitaine, e la loro rivalità causa una sanguinosa guerra tra bande.Il regista:Umberto Lenzi è stato un regista e sceneggiatore italiano, attivo nel mondo del cinema dal 1958 fino alla sua morte nel 2017. È considerato uno dei maestri del cinema di genere italiano, con una filmografia che spazia dal poliziesco all'horror, dal giallo all'avventura. Nato il 6 agosto 1931 a Massa Marittima, in Toscana, Lenzi si trasferì a Roma per studiare Giurisprudenza, ma la sua passione per il cinema lo portò presto a dedicarsi alla settima arte. Iniziò come assistente regista e sceneggiatore, lavorando con registi come Riccardo Freda e Vittorio Cottafavi. Negli anni '60, Lenzi si fece notare dirigendo diversi film polizieschi, diventando uno dei pionieri del genere. Opere come "La legge dei gangsters" (1969) e "Milano odia: la polizia non può sparare" (1974) riscossero successo sia in Italia che all'estero, contribuendo a definire gli stilemi del poliziottesco italiano. Nel corso della sua carriera, Lenzi si cimentò anche in altri generi cinematografici, come il giallo, con film come "Sette orchidee macchiate di rosso" (1972) e "Il gatto dagli occhi di giada" (1977), e l'horror, con opere come "Cannibal Ferox" (1981) e "Eaten Alive!" (1980). I suoi film horror sono spesso ricordati per la loro violenza e crudeltà, che ne fanno parte del sottogenere del cinema dei cannibali. Oltre al cinema di genere, Lenzi ha diretto anche film d'avventura come "Il tesoro di Rommel" (1975) e "Africa Express" (1976), che si ispiravano al successo dei film di Indiana Jones. Nonostante il suo lavoro sia spesso associato a una produzione di genere, Lenzi è stato elogiato per la sua maestria tecnica e la sua capacità di creare atmosfere intense e coinvolgenti. La sua versatilità come regista gli ha permesso di spaziare tra diversi generi e di lasciare un'impronta significativa nel cinema italiano. Umberto Lenzi ha contribuito in modo significativo alla storia del cinema italiano e ha influenzato numerosi registi successivi. Nonostante i suoi film siano stati spesso oggetto di dibattito per le loro tematiche controverse, Lenzi è ricordato come un regista che ha lasciato il segno nel panorama cinematografico italiano e internazionale.
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Miranda: il matrimonio
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Miranda: il matrimonio
La chiesa dove Miranda si sposa con il suo garzone Toni è la Chiesa dei Santi Sette Fratelli Martiri, situata in Piazza XXIII Aprile a Pomponesco (Mantova). Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Tinto Brass dirige l'avvenente Serena Grandi. Inizio anni Cinquanta, nella campagna ferrarese, Miranda gestisce una locanda in attesa del ritorno del marito Gino, disperso in guerra. Nel frattempo la donna si concede numerose scappatelle: l'autotrasportatore Berto, Carlo l'ex fascista al confino, Norman e per finire c'è Toni, il cameriere della locanda che non osa, però, manifestare il suo amore.Su Mantova:Mantova è una meravigliosa città italiana situata nella regione della Lombardia, nel nord del Paese. È una città ricca di storia, cultura e bellezza architettonica, che la rendono un luogo affascinante da visitare. Mantova è famosa per il suo centro storico, che è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO. Esplorando le sue strade e i suoi vicoli, si possono ammirare magnifici palazzi, chiese e piazze che risalgono all'epoca dei Gonzaga, la famiglia che ha governato la città per molti secoli. Il Palazzo Ducale, con i suoi affreschi straordinari e i suoi splendidi giardini, è una delle attrazioni principali di Mantova. Un'altra attrazione imperdibile è il Duomo di Mantova, una maestosa cattedrale che combina stili architettonici diversi, dal romanico al gotico. All'interno del duomo si possono ammirare capolavori d'arte come la Madonna della Vittoria di Mantegna. Mantova è anche conosciuta per i suoi tre laghi, chiamati "Laghi di Mantova": il Lago Superiore, il Lago di Mezzo e il Lago Inferiore. Questi laghi sono collegati da canali e sono circondati da una splendida cornice naturale, perfetta per una passeggiata tranquilla o una gita in barca. La città è anche famosa per essere stata la patria di importanti figure storiche e culturali. Uno dei suoi cittadini più illustri è stato lo scrittore e poeta italiano Virgilio, autore dell'Eneide. Il suo monumento, situato in Piazza Virgiliana, è un luogo di grande importanza e un punto di riferimento nella città. Mantova ospita anche numerosi eventi culturali e festival, tra cui il Festivaletteratura, uno dei più importanti festival letterari d'Italia, che attrae autori e visitatori da tutto il mondo. Infine, la gastronomia mantovana merita una menzione speciale. La cucina locale è rinomata per piatti deliziosi come i tortelli di zucca, il risotto alla pilota e il sbrisolona, un tipico dolce a base di mandorle. In sintesi, Mantova è una città incantevole che offre ai visitatori un'esperienza unica, con la sua storia affascinante, la sua architettura mozzafiato, la bellezza naturale dei suoi laghi e una vivace scena culturale. Un viaggio a Mantova è un viaggio nel passato e una scoperta di tesori artistici e culinari.
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Miranda: omaggio ai caduti
01:09
Miranda: omaggio ai caduti
Miranda posa il mazzo di fiori del suo matrimonio sul monumento dei caduti della guerra in Piazza XXIII Aprile a Pomponesco(Mantova).Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Tinto Brass dirige l'avvenente Serena Grandi. Inizio anni Cinquanta, nella campagna ferrarese, Miranda gestisce una locanda in attesa del ritorno del marito Gino, disperso in guerra. Nel frattempo la donna si concede numerose scappatelle: l'autotrasportatore Berto, Carlo l'ex fascista al confino, Norman e per finire c'è Toni, il cameriere della locanda che non osa, però, manifestare il suo amore.Su Mantova:Mantova è una meravigliosa città italiana situata nella regione della Lombardia, nel nord del Paese. È una città ricca di storia, cultura e bellezza architettonica, che la rendono un luogo affascinante da visitare. Mantova è famosa per il suo centro storico, che è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO. Esplorando le sue strade e i suoi vicoli, si possono ammirare magnifici palazzi, chiese e piazze che risalgono all'epoca dei Gonzaga, la famiglia che ha governato la città per molti secoli. Il Palazzo Ducale, con i suoi affreschi straordinari e i suoi splendidi giardini, è una delle attrazioni principali di Mantova. Un'altra attrazione imperdibile è il Duomo di Mantova, una maestosa cattedrale che combina stili architettonici diversi, dal romanico al gotico. All'interno del duomo si possono ammirare capolavori d'arte come la Madonna della Vittoria di Mantegna. Mantova è anche conosciuta per i suoi tre laghi, chiamati "Laghi di Mantova": il Lago Superiore, il Lago di Mezzo e il Lago Inferiore. Questi laghi sono collegati da canali e sono circondati da una splendida cornice naturale, perfetta per una passeggiata tranquilla o una gita in barca. La città è anche famosa per essere stata la patria di importanti figure storiche e culturali. Uno dei suoi cittadini più illustri è stato lo scrittore e poeta italiano Virgilio, autore dell'Eneide. Il suo monumento, situato in Piazza Virgiliana, è un luogo di grande importanza e un punto di riferimento nella città. Mantova ospita anche numerosi eventi culturali e festival, tra cui il Festivaletteratura, uno dei più importanti festival letterari d'Italia, che attrae autori e visitatori da tutto il mondo. Infine, la gastronomia mantovana merita una menzione speciale. La cucina locale è rinomata per piatti deliziosi come i tortelli di zucca, il risotto alla pilota e il sbrisolona, un tipico dolce a base di mandorle. In sintesi, Mantova è una città incantevole che offre ai visitatori un'esperienza unica, con la sua storia affascinante, la sua architettura mozzafiato, la bellezza naturale dei suoi laghi e una vivace scena culturale. Un viaggio a Mantova è un viaggio nel passato e una scoperta di tesori artistici e culinari.
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Miranda: la locanda
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Miranda: la locanda
La locanda di Miranda (Grandi) si trova lungo la Strada provinciale Binasco-Melegnano che corre sull'argine del Po, nel territorio comunale di Canaro (RO) nei pressi della frazione Garofolo di Canaro. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Tinto Brass dirige l'avvenente Serena Grandi. Inizio anni Cinquanta, nella campagna ferrarese, Miranda gestisce una locanda in attesa del ritorno del marito Gino, disperso in guerra. Nel frattempo la donna si concede numerose scappatelle: l'autotrasportatore Berto, Carlo l'ex fascista al confino, Norman e per finire c'è Toni, il cameriere della locanda che non osa, però, manifestare il suo amore.Su Mantova:Mantova è una meravigliosa città italiana situata nella regione della Lombardia, nel nord del Paese. È una città ricca di storia, cultura e bellezza architettonica, che la rendono un luogo affascinante da visitare. Mantova è famosa per il suo centro storico, che è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO. Esplorando le sue strade e i suoi vicoli, si possono ammirare magnifici palazzi, chiese e piazze che risalgono all'epoca dei Gonzaga, la famiglia che ha governato la città per molti secoli. Il Palazzo Ducale, con i suoi affreschi straordinari e i suoi splendidi giardini, è una delle attrazioni principali di Mantova. Un'altra attrazione imperdibile è il Duomo di Mantova, una maestosa cattedrale che combina stili architettonici diversi, dal romanico al gotico. All'interno del duomo si possono ammirare capolavori d'arte come la Madonna della Vittoria di Mantegna. Mantova è anche conosciuta per i suoi tre laghi, chiamati "Laghi di Mantova": il Lago Superiore, il Lago di Mezzo e il Lago Inferiore. Questi laghi sono collegati da canali e sono circondati da una splendida cornice naturale, perfetta per una passeggiata tranquilla o una gita in barca. La città è anche famosa per essere stata la patria di importanti figure storiche e culturali. Uno dei suoi cittadini più illustri è stato lo scrittore e poeta italiano Virgilio, autore dell'Eneide. Il suo monumento, situato in Piazza Virgiliana, è un luogo di grande importanza e un punto di riferimento nella città. Mantova ospita anche numerosi eventi culturali e festival, tra cui il Festivaletteratura, uno dei più importanti festival letterari d'Italia, che attrae autori e visitatori da tutto il mondo. Infine, la gastronomia mantovana merita una menzione speciale. La cucina locale è rinomata per piatti deliziosi come i tortelli di zucca, il risotto alla pilota e il sbrisolona, un tipico dolce a base di mandorle. In sintesi, Mantova è una città incantevole che offre ai visitatori un'esperienza unica, con la sua storia affascinante, la sua architettura mozzafiato, la bellezza naturale dei suoi laghi e una vivace scena culturale. Un viaggio a Mantova è un viaggio nel passato e una scoperta di tesori artistici e culinari.
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Monella: sotto la pioggia
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Monella: sotto la pioggia
Monella (Anna Ammirati) ed il fidanzato Masetto (Max Parodi) arrivano sotto i portici della piazza principale di Pomponesco, in Piazza XXIII aprile, nell’atelier dove Monella proverà il vestito da sposa. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Monella sarebbe Lola, che sta per sposarsi ma non vuole arrivare al matrimonio "impreparata". Trova chi le da lezioni. Il tutto nella Romagna degli anni cinquanta.Sul film:"Monella" è un film italiano del 1998 diretto da Tinto Brass. È una commedia erotica che racconta la storia di una giovane donna, Lola (interpretata da Anna Ammirati), che cerca di sperimentare la sua sessualità in un ambiente conservatore e ipocrita. La trama ruota attorno alle avventure e disavventure di Lola, una ragazza vivace e seducente che cerca di rompere le regole e rompere con le convenzioni sociali. Ambientato negli anni '50 in una piccola città italiana, il film esplora temi di desiderio sessuale, repressione sociale e liberazione personale. "Monella" si distingue per il suo tono giocoso e provocatorio, tipico dello stile di Tinto Brass. Il regista è noto per le sue opere audaci ed erotiche, che spingono i limiti della sensualità e dell'esplorazione sessuale. Il film presenta una serie di scene audaci e suggestive, con un umorismo che mescola il piccante con il comico. La performance di Anna Ammirati nel ruolo di Lola è molto vivace e carismatica. La sua interpretazione incarna l'energia e la sensualità del personaggio, mentre naviga attraverso situazioni ambigue e seducenti. Allo stesso tempo, il film mette in evidenza l'ipocrisia e la contraddizione della società, che restringe i desideri e le aspirazioni delle donne. "Monella" è stato accolto con reazioni miste dalla critica e dal pubblico. Mentre alcuni lo hanno considerato un'opera audace e provocatoria, altri lo hanno criticato per la sua rappresentazione delle donne e per il suo trattamento del sesso come uno spettacolo voyeuristico. È importante notare che il film è inteso per un pubblico adulto e presenta contenuti espliciti. Nonostante le opinioni contrastanti, "Monella" ha lasciato un segno nel panorama cinematografico italiano. Il film ha contribuito a consolidare il nome di Tinto Brass come regista controverso e ha rappresentato un esempio dell'approccio audace e provocatorio che caratterizza il suo stile distintivo. In definitiva, "Monella" è un film che cerca di sfidare le convenzioni e le restrizioni sociali attraverso una storia audace e provocatoria. Pur sollevando polemiche e dibattiti, il film rimane un esempio dell'esplorazione del desiderio sessuale e della libertà personale nel cinema italiano.
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Monella: festeggiamenti
02:45
Monella: festeggiamenti
Il ristorante dove Lola (Ammirati) nel finale si sposa con Masetto (Parodi) è l'Agriturismo La Motta in Strada Argine Oglio a Cesole (Marcaria, MN).Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Monella sarebbe Lola, che sta per sposarsi ma non vuole arrivare al matrimonio "impreparata". Trova chi le da lezioni. Il tutto nella Romagna degli anni cinquanta.Sul film:"Monella" è un film italiano del 1998 diretto da Tinto Brass. È una commedia erotica che racconta la storia di una giovane donna, Lola (interpretata da Anna Ammirati), che cerca di sperimentare la sua sessualità in un ambiente conservatore e ipocrita. La trama ruota attorno alle avventure e disavventure di Lola, una ragazza vivace e seducente che cerca di rompere le regole e rompere con le convenzioni sociali. Ambientato negli anni '50 in una piccola città italiana, il film esplora temi di desiderio sessuale, repressione sociale e liberazione personale. "Monella" si distingue per il suo tono giocoso e provocatorio, tipico dello stile di Tinto Brass. Il regista è noto per le sue opere audaci ed erotiche, che spingono i limiti della sensualità e dell'esplorazione sessuale. Il film presenta una serie di scene audaci e suggestive, con un umorismo che mescola il piccante con il comico. La performance di Anna Ammirati nel ruolo di Lola è molto vivace e carismatica. La sua interpretazione incarna l'energia e la sensualità del personaggio, mentre naviga attraverso situazioni ambigue e seducenti. Allo stesso tempo, il film mette in evidenza l'ipocrisia e la contraddizione della società, che restringe i desideri e le aspirazioni delle donne. "Monella" è stato accolto con reazioni miste dalla critica e dal pubblico. Mentre alcuni lo hanno considerato un'opera audace e provocatoria, altri lo hanno criticato per la sua rappresentazione delle donne e per il suo trattamento del sesso come uno spettacolo voyeuristico. È importante notare che il film è inteso per un pubblico adulto e presenta contenuti espliciti. Nonostante le opinioni contrastanti, "Monella" ha lasciato un segno nel panorama cinematografico italiano. Il film ha contribuito a consolidare il nome di Tinto Brass come regista controverso e ha rappresentato un esempio dell'approccio audace e provocatorio che caratterizza il suo stile distintivo. In definitiva, "Monella" è un film che cerca di sfidare le convenzioni e le restrizioni sociali attraverso una storia audace e provocatoria. Pur sollevando polemiche e dibattiti, il film rimane un esempio dell'esplorazione del desiderio sessuale e della libertà personale nel cinema italiano.
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Totò Peppino e la malafemmina: da sud a nord
02:46
Totò Peppino e la malafemmina: da sud a nord
La piazza dello spassoso incontro tra i fratelli Caponi e il “ghisa” ("noio... volevam savuar...") è l’inconfondibile Piazza Duomo a Milano. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Una delle opere più amate del grande Totò che interpreta questo divertente film comico insieme al celebre Peppino De Filippo, il bravissimo Nino Manfredi e la bella Dorian Gray. Totò e Peppino sono due buffi zii di uno studente innamorato di una ballerina. Lei, che non gode di buona fama, si trasferisce a Milano e il ragazzo la segue. Inizia il viaggio degli zii alla volta della Lombardia.Informazioni sul film:"Totò, Peppino e la malafemmina" è un celebre film italiano del 1956 diretto da Camillo Mastrocinque. Questa commedia è considerata un classico del cinema italiano e rappresenta uno dei più grandi successi della coppia comica composta da Totò e Peppino De Filippo. Il film racconta la storia di due pescatori, Felice (interpretato da Totò) e Nicola (interpretato da Peppino De Filippo), che vivono nel pittoresco borgo marinaro di Mergellina a Napoli. Felice è un donnaiolo incallito, sempre alla ricerca di avventure amorose, mentre Nicola è più timido e riservato. Entrambi si innamorano della bellissima e misteriosa Rosalia (interpretata da Dorian Gray), una giovane donna che ha l'abitudine di sedurre gli uomini e poi scomparire. I due amici si trovano così coinvolti in una serie di divertenti situazioni e inganni per conquistare il cuore di Rosalia e svelarne i segreti. "Totò, Peppino e la malafemmina" è un film che mescola abilmente la commedia all'italiana con elementi romantici e un tocco di mistero. La coppia di attori, Totò e Peppino De Filippo, offre una performance straordinaria, con Totò che si distingue per il suo umorismo esilarante e la sua capacità di trasformarsi in personaggi buffi e eccentrici. Peppino De Filippo, d'altra parte, è un perfetto contraltare comico, con la sua recitazione misurata e la sua capacità di far sorridere con un semplice sguardo. Il film affronta anche temi sociali e morali tipici del periodo, come la moralità e la tradizione in contrasto con il desiderio di libertà individuale. Inoltre, la sceneggiatura è arricchita da dialoghi intelligenti e battute spiritose, che rendono il film ancora più divertente e piacevole da guardare."Totò, Peppino e la malafemmina" è diventato un punto di riferimento nel panorama della commedia italiana, con il suo umorismo intramontabile e le interpretazioni brillanti dei suoi attori principali. È un film che incarna lo spirito allegro e scanzonato del cinema italiano, e continua a essere amato e apprezzato da generazioni di spettatori.
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I ragazzi del massacro: la questura
04:12
I ragazzi del massacro: la questura
Il commissario Lamberti lavora in un imponente palazzo dalla facciata gialla, si tratta della reale Questura, in Via Fatebenefratelli a Milano. Successivamente, seguiamo il commissario che torna a casa dopo le ore di interrogatorio ai ragazzi, la sua casa è in via Tommaso Salvini , sempre a Milano. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Primo capitolo da una quadrilogia di Giorgio Scerbanenco. Un'insegnante viene seviziata e uccisa e l'accusa ricade su un gruppo di alunni. Il commissario Duca Lamberti indaga sul caso.Approfondimento:Il film è stato uno dei primi ad esplorare il tema della criminalità giovanile in Italia ed è stato accolto con successo sia dal pubblico che dalla critica. La colonna sonora, composta da Luis Bacalov, è stata particolarmente apprezzata e ha contribuito a rendere il film un cult del genere. "I ragazzi del massacro" è stato anche notato per la sua fotografia innovativa e per la sua rappresentazione realistica della vita dei delinquenti giovanili. Il film è stato influente per molti registi successivi che hanno lavorato nel genere poliziottesco, e ha contribuito a definire il look e lo stile di questo tipo di film in Italia. Inoltre, il film ha rappresentato un'importante tappa nella carriera dell'attore e regista Lucio Fulci, che ha collaborato alla sceneggiatura del film insieme a Di Leo e ha diretto la seconda unità di ripresa. "I ragazzi del massacro" è un classico del cinema italiano degli anni '60 e '70 e un esempio di come il genere poliziottesco abbia influenzato e contribuito alla cultura cinematografica italiana.
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I ragazzi del massacro: fuori dal carcere
03:08
I ragazzi del massacro: fuori dal carcere
Duca Lamberti (Pier Paolo Capponi) e Livia Ussaro (Susan Scott) vanno a prendere Carolino all'istituto minorile Cesare Beccaria: siamo a Milano davanti al portone del vero carcere, in piazza Gaetano Filangieri. I tre giungono poi a casa di Lamberti, dove questo ospiterà il ragazzo. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Primo capitolo da una quadrilogia di Giorgio Scerbanenco. Un'insegnante viene seviziata e uccisa e l'accusa ricade su un gruppo di alunni. Il commissario Duca Lamberti indaga sul caso.Approfondimento:Il film è stato uno dei primi ad esplorare il tema della criminalità giovanile in Italia ed è stato accolto con successo sia dal pubblico che dalla critica. La colonna sonora, composta da Luis Bacalov, è stata particolarmente apprezzata e ha contribuito a rendere il film un cult del genere. "I ragazzi del massacro" è stato anche notato per la sua fotografia innovativa e per la sua rappresentazione realistica della vita dei delinquenti giovanili. Il film è stato influente per molti registi successivi che hanno lavorato nel genere poliziottesco, e ha contribuito a definire il look e lo stile di questo tipo di film in Italia. Inoltre, il film ha rappresentato un'importante tappa nella carriera dell'attore e regista Lucio Fulci, che ha collaborato alla sceneggiatura del film insieme a Di Leo e ha diretto la seconda unità di ripresa. "I ragazzi del massacro" è un classico del cinema italiano degli anni '60 e '70 e un esempio di come il genere poliziottesco abbia influenzato e contribuito alla cultura cinematografica italiana.
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I ragazzi del massacro: giorni di libertà
03:22
I ragazzi del massacro: giorni di libertà
Carolino trascorre alcuni giorni con Lamberti e l’assistente sociale, Lamberti è gentile e premuroso con lui, i tre girano per il centro della città, percorrono la celebre Galleria Vittorio Emanuele II, dove ammirano vetrine e si fermano a mangiare. Tornano infine in Via Tommaso Salvini, dov’è la casa del commissario. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Primo capitolo da una quadrilogia di Giorgio Scerbanenco. Un'insegnante viene seviziata e uccisa e l'accusa ricade su un gruppo di alunni. Il commissario Duca Lamberti indaga sul caso.Approfondimento:Il film è stato uno dei primi ad esplorare il tema della criminalità giovanile in Italia ed è stato accolto con successo sia dal pubblico che dalla critica. La colonna sonora, composta da Luis Bacalov, è stata particolarmente apprezzata e ha contribuito a rendere il film un cult del genere. "I ragazzi del massacro" è stato anche notato per la sua fotografia innovativa e per la sua rappresentazione realistica della vita dei delinquenti giovanili. Il film è stato influente per molti registi successivi che hanno lavorato nel genere poliziottesco, e ha contribuito a definire il look e lo stile di questo tipo di film in Italia. Inoltre, il film ha rappresentato un'importante tappa nella carriera dell'attore e regista Lucio Fulci, che ha collaborato alla sceneggiatura del film insieme a Di Leo e ha diretto la seconda unità di ripresa. "I ragazzi del massacro" è un classico del cinema italiano degli anni '60 e '70 e un esempio di come il genere poliziottesco abbia influenzato e contribuito alla cultura cinematografica italiana.
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