Milano calibro 9: uscita dal carcere
Ugo Piazza (Gastone Moschin) mentre esce dal carcere di San Vittore di Milano. Alla caduta del fascismo, il 25 luglio 1943, a San Vittore avvenne una rivolta, repressa ferocemente dall’autorità militare che aveva cominciato a dirigere l’ordine pubblico.
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Sinossi:
Milano calibro 9, film noir scritto e diretto da Fernando Di Leo, segue le vicende di Rocco Musco (Mario Adorf), uomo della malavita che, insieme al suo compare, si sta occupando di un carico di valuta clandestina in dollari da inviare a Milano. Ma la spedizione non fila liscia e durante il trasporto i soldi spariscono. Quando si accorgono dell’ammanco chiedono subito cosa sia accaduto a due dei corrieri incaricati della consegna, ma questi sono completamente ignari e, non sapendo cosa dire, vengono crudelmente ammazzati. Uno di loro, però, tale Ugo Piazza (Gastone Moschin), riesce a salvarsi perché in arresto per una rapina. Quando esce dalla prigione, ad aspettarlo c'è Rocco con i suoi uomini, mandati da un altro boss, l’Americano, per interrogarlo affinché gli riveli dove siano i soldi.
L'uomo nega di essere coinvolto e, dopo essere stato picchiato brutalmente, va in questura denunciando che è stato investito e che ha perso i documenti. Il commissario (Frank Wolff), però, che gli vede i chiari segni di percosse, capisce che c'è qualcosa che non quadra nella sua versione e comincia a tampinarlo di domande, sospettando che sia proprio lui l'artefice del furto del denaro del boss. Così gli chiede di collaborare all’arresto de l’Americano, facendogli capire che è più al sicuro coi poliziotti che da solo in strada. Cosa deciderà di fare Ugo?
Sul film:
Milano calibro 9 è un film poliziottesco italiano del 1972, diretto da Fernando Di Leo. È considerato uno dei capolavori del genere e ha lasciato un'impronta significativa nel cinema italiano. Il film è ambientato a Milano e racconta la storia di Ugo Piazza, interpretato da Gastone Moschin, un ex detenuto che cerca di rifarsi una vita dopo essere stato rilasciato dalla prigione. Tuttavia, viene coinvolto in una serie di eventi che coinvolgono la mafia locale e un misterioso sacco di denaro scomparso. Ugo si trova al centro di un intricato intreccio di tradimenti, violenza e vendetta. "Milano calibro 9" si distingue per la sua atmosfera cupa e cruda, che riflette la realtà spietata del mondo criminale. Il film presenta una narrazione veloce, un'azione avvincente e una fotografia ricca di contrasti, enfatizzando il lato oscuro della trama. La regia di Fernando Di Leo è abile nel creare tensione e suspense, mantenendo gli spettatori incollati allo schermo. Il cast del film è composto da attori talentuosi, tra cui anche Mario Adorf, Barbara Bouchet e Philippe Leroy. Ogni interprete offre una performance intensa e coinvolgente, contribuendo a creare personaggi memorabili e complessi. "Milano calibro 9" è diventato un punto di riferimento per il genere poliziottesco italiano degli anni '70. Il film ha influenzato numerosi registi e ha contribuito a definire il suo stile distintivo, caratterizzato da una rappresentazione cruda della criminalità, dialoghi taglienti e scene d'azione esplosive. Oltre alla sua importanza nel contesto del genere, "Milano calibro 9" è anche considerato un film d'autore, grazie alla sua riflessione sulla società italiana dell'epoca e alle tematiche di potere, corruzione e violenza che affronta. La pellicola ha ricevuto recensioni positive dalla critica e ha guadagnato un seguito di fan appassionati nel corso degli anni. La sua reputazione è cresciuta nel tempo, con molti critici che lo considerano uno dei migliori film polizieschi italiani mai realizzati. In definitiva, "Milano calibro 9" è un film avvincente e stimolante che offre un'esperienza cinematografica coinvolgente. È un punto di riferimento nel genere poliziottesco italiano e una testimonianza del talento e della maestria di Fernando Di Leo come regista.
Gastone Moschin, Barbara Bouchet, Mario Adorf
Fernando Di Leo