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TRENTINO-ALTO ADIGE

Restiamo amici: l'invito e la bugia
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Restiamo amici: l'invito e la bugia
Il parco dove Bianca telefona ad Alessandro Colonna  per invitalo a cena, ma lui s’inventa la scusa di un convegno di pediatria essendo impegnato nelle manovre per "incastrare" Marta Rossi, è il Parco del MUSE a Trento. Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Alessandro, giovane vedovo con figlio a carico, viene improvvisamente contattato, dal Brasile, dal suo vecchio amico Gigi. In punto di morte, l'uomo ha un ultimo favore da chiedere all'amico: per ereditare i tre milioni di euro che gli ha lasciato suo padre deve intestarli a suo figlio. Ma Gigi non ha eredi, e chiede perciò ad Alessandro di "prestargli" suo figlio giusto il tempo di organizzare la truffa con un notaio. In cambio, naturalmente, ad Alessandro andrebbe una parte di eredità. Ma le cose prendono presto una piega inaspettata.Regista:Antonello Grimaldi, laureato in Giurisprudenza, nel 1981, si trasferisce a Roma dove frequenta la Scuola di Cinema della Gaumont, fondata da Renzo Rossellini con il quale avrà da sempre un grandissimo rapporto. Dopo aver insegnato Storia dello Spettacolo all'Accademia delle Belle Arti di Sassari e Corsi di Regia Cinematografica alla Scuola Golden di Torino, cerca di farsi notare come regista.Esordisce nel 1985 con il film a episodi e firmato a più mani - Carlo Carlei, Enzo Civitareale, Sandro De Santis, Valerio Jalongo, Daniele Luchetti e Michele Scura - Juke Box che vedeva fra gli attori Massimo Bonetti, Barbara De Rossi, Franco Interlenghi, Philippe Leroy, Didi Perego, Remo Remotti, Mario Scaccia e Ugo Gregoretti.Nel 1987, è assistente regista di Giuseppe Piccioni in Il Grande Blek (1987) con Sergio Rubini e Francesca Neri e, dieci anni più tardi, è diretto da Gabriele Salvatores nel ruolo di un pakistano in Nirvana (1997), stessa cosa accadrà quando Luciano Ligabue lo imporrà in un piccolo ruolo in Radiofreccia (1998) con Stefano Accorsi, Francesco Guccini, Serena Grandi e Cristina Moglia, svolgendo in quel caso anche il lavoro di consulente regista.Grande amico di Gabriele Muccino, produrrà il suo Ecco fatto (1998), dinamica pellicola sentimentale che aveva come protagonisti Giorgio Pasotti, Barbora Bobulova, Claudio Santamaria, Ginevra Colonna, l'immancabile Enrico Silvestrin, Gigio Alberti e Blas Roca-Rey, ma anche Come te nessuno mai (1999) dove interpreterà il capo della polizia.Dopo essere stato diretto anche da Davide Ferrario nello scandaloso Guardami (1999), firma il suo capolavoro Un delitto impossibile (2000) con Lino Capolicchio, Ivano Marescotti, Carlo Cecchi, Angela Molina e Silvio Muccino, tratto dal romanzo "Procedura" di Salvatore Mannuzzu e che racconta l'omicidio al cianuro di un procuratore sassarese. Ma Grimaldi farà ancora meglio nel piccolo schermo firmando la fiction Gli insoliti ignoti (2003) e i telefilm Distretto di polizia (2001-2007), Le stagioni del cuore (2004) e La moglie cinese (2006).Dopo il piccolo ruolo del direttore di produzione nella pellicola Il caimano (2006) di Nanni Moretti, torna al cinema con la trasposizione dell'omonimo romanzo di Sandro Veronesi Caos Calmo (2008) dove questa volta dirige lui Moretti. Riprendendo le lezioni di Zavattini, Rossellini e Petri, Grimaldi appare delicato, simpatico, un po' celentaniano (come l'hanno definito molti), ma capacissimo di trattare con affetto e restituire alla sua naturalezza un Paese, quale l'Italia, che ha sempre affascinato i più grandi cineasti di casa sua e non: gli aneddoti, la quotidianità, i crimini e i misfatti, la normalità e l'orrore, non fanno che altro che dire "ti amo" a questa grande terra che è costellata da piccole metropoli contemporanee.
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Restiamo amici: l'inseguimento
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Restiamo amici: l'inseguimento
La piazza dove Brenner tenta di inseguire Gigi, dopo che questi se l’era svignata dall’abitazione di Monique con i soldi dell’eredità che aveva trafugato dall’appartamento del notaio, ma viene colto dai crampi ed è costretto a fermarsi è Piazza III Novembre a Riva del Garda (Trento). Guarda il film completo su www.thefilmclub.itSinossi:Alessandro, giovane vedovo con figlio a carico, viene improvvisamente contattato, dal Brasile, dal suo vecchio amico Gigi. In punto di morte, l'uomo ha un ultimo favore da chiedere all'amico: per ereditare i tre milioni di euro che gli ha lasciato suo padre deve intestarli a suo figlio. Ma Gigi non ha eredi, e chiede perciò ad Alessandro di "prestargli" suo figlio giusto il tempo di organizzare la truffa con un notaio. In cambio, naturalmente, ad Alessandro andrebbe una parte di eredità. Ma le cose prendono presto una piega inaspettata.Regista:Antonello Grimaldi, laureato in Giurisprudenza, nel 1981, si trasferisce a Roma dove frequenta la Scuola di Cinema della Gaumont, fondata da Renzo Rossellini con il quale avrà da sempre un grandissimo rapporto. Dopo aver insegnato Storia dello Spettacolo all'Accademia delle Belle Arti di Sassari e Corsi di Regia Cinematografica alla Scuola Golden di Torino, cerca di farsi notare come regista.Esordisce nel 1985 con il film a episodi e firmato a più mani - Carlo Carlei, Enzo Civitareale, Sandro De Santis, Valerio Jalongo, Daniele Luchetti e Michele Scura - Juke Box che vedeva fra gli attori Massimo Bonetti, Barbara De Rossi, Franco Interlenghi, Philippe Leroy, Didi Perego, Remo Remotti, Mario Scaccia e Ugo Gregoretti.Nel 1987, è assistente regista di Giuseppe Piccioni in Il Grande Blek (1987) con Sergio Rubini e Francesca Neri e, dieci anni più tardi, è diretto da Gabriele Salvatores nel ruolo di un pakistano in Nirvana (1997), stessa cosa accadrà quando Luciano Ligabue lo imporrà in un piccolo ruolo in Radiofreccia (1998) con Stefano Accorsi, Francesco Guccini, Serena Grandi e Cristina Moglia, svolgendo in quel caso anche il lavoro di consulente regista.Grande amico di Gabriele Muccino, produrrà il suo Ecco fatto (1998), dinamica pellicola sentimentale che aveva come protagonisti Giorgio Pasotti, Barbora Bobulova, Claudio Santamaria, Ginevra Colonna, l'immancabile Enrico Silvestrin, Gigio Alberti e Blas Roca-Rey, ma anche Come te nessuno mai (1999) dove interpreterà il capo della polizia.Dopo essere stato diretto anche da Davide Ferrario nello scandaloso Guardami (1999), firma il suo capolavoro Un delitto impossibile (2000) con Lino Capolicchio, Ivano Marescotti, Carlo Cecchi, Angela Molina e Silvio Muccino, tratto dal romanzo "Procedura" di Salvatore Mannuzzu e che racconta l'omicidio al cianuro di un procuratore sassarese. Ma Grimaldi farà ancora meglio nel piccolo schermo firmando la fiction Gli insoliti ignoti (2003) e i telefilm Distretto di polizia (2001-2007), Le stagioni del cuore (2004) e La moglie cinese (2006).Dopo il piccolo ruolo del direttore di produzione nella pellicola Il caimano (2006) di Nanni Moretti, torna al cinema con la trasposizione dell'omonimo romanzo di Sandro Veronesi Caos Calmo (2008) dove questa volta dirige lui Moretti. Riprendendo le lezioni di Zavattini, Rossellini e Petri, Grimaldi appare delicato, simpatico, un po' celentaniano (come l'hanno definito molti), ma capacissimo di trattare con affetto e restituire alla sua naturalezza un Paese, quale l'Italia, che ha sempre affascinato i più grandi cineasti di casa sua e non: gli aneddoti, la quotidianità, i crimini e i misfatti, la normalità e l'orrore, non fanno che altro che dire "ti amo" a questa grande terra che è costellata da piccole metropoli contemporanee.
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